
La città
Vertenza Natuzzi, se ne parla in Consiglio comunale ad Altamura
Fissata a martedì la convocazione. Intanto il 15 luglio un tavolo tecnico presso il Ministero dello Sviluppo economico
Altamura - giovedì 11 luglio 2013
17.37
Si discuterà della crisi del mobile imbottito e della vertenza Natuzzi nel prossimo Consiglio comunale monotematico convocato in sessione straordinaria per il giorno 16 luglio presso il Palazzo di città.
I lavori d'Assise giungeranno all'indomani del tavolo tecnico che si terrà (il 15 luglio appunto) presso il Ministero dello Sviluppo economico, un appuntamento importante che traccerà nei particolari la questione.
A rischio 1726 lavoratori "e famiglie". Tra essi, secondo quanto si apprende dalle organizzazioni sindacali, sarebbero 420 gli altamurani e 51 i gravinesi. Si registrerebbe, al momento, una proroga sulla procedura di mobilità (ormai avviata) di circa 30 giorni. Il termine prima fissato al 15 settembre, riporterebbe ora come data il 15 ottobre. "Poca cosa - lamentano gli addetti ai lavori – il problema sussiste ed è grave". Una notizia che rimbalza sull'apparente "passo indietro" intravisto nella "sospensione" della procedura che, nella contingenza dei fatti, non sussisterebbe.
Altrettanto pesante è la considerazione del segretario generale della UIL Puglia, Aldo Pugliese ed del segretario generale regionale della Feneal UIL, Salvatore Bevilacqua, che definiscono "gravissima" la questione "soprattutto in considerazione del fatto che da undici anni ormai 1900 lavoratori convivono con la cassa integrazione e che, nel frattempo, l'azienda ha delocalizzato il 70% della propria produzione all'estero, nello specifico in Romania, in Cina e in Brasile". "Dopo aver sfruttato fino all'osso – continuano i due segretari – i nostri lavoratori e dopo aver messo a soqquadro la Regione per ottenere l'accordo di programma per la Murgia da 101 milioni di euro, Natuzzi, mettendo in mostra peraltro poco coraggio, si rifugia a Roma per presentare una bozza di piano industriale dettata, a suo dire, da una profonda crisi del settore, in cui migliaia di lavoratori, senza neanche passare dal purgatorio della cassa integrazione, dovranno fare i conti con lo spettro del licenziamento e, di conseguenza, con un futuro economico a tinte fosche per le proprie famiglie".
Intanto, si tengono incontri e assemblee tra le parti interessate al fine di sviscerare il problema e trovare possibili soluzioni.
I lavori d'Assise giungeranno all'indomani del tavolo tecnico che si terrà (il 15 luglio appunto) presso il Ministero dello Sviluppo economico, un appuntamento importante che traccerà nei particolari la questione.
A rischio 1726 lavoratori "e famiglie". Tra essi, secondo quanto si apprende dalle organizzazioni sindacali, sarebbero 420 gli altamurani e 51 i gravinesi. Si registrerebbe, al momento, una proroga sulla procedura di mobilità (ormai avviata) di circa 30 giorni. Il termine prima fissato al 15 settembre, riporterebbe ora come data il 15 ottobre. "Poca cosa - lamentano gli addetti ai lavori – il problema sussiste ed è grave". Una notizia che rimbalza sull'apparente "passo indietro" intravisto nella "sospensione" della procedura che, nella contingenza dei fatti, non sussisterebbe.
Altrettanto pesante è la considerazione del segretario generale della UIL Puglia, Aldo Pugliese ed del segretario generale regionale della Feneal UIL, Salvatore Bevilacqua, che definiscono "gravissima" la questione "soprattutto in considerazione del fatto che da undici anni ormai 1900 lavoratori convivono con la cassa integrazione e che, nel frattempo, l'azienda ha delocalizzato il 70% della propria produzione all'estero, nello specifico in Romania, in Cina e in Brasile". "Dopo aver sfruttato fino all'osso – continuano i due segretari – i nostri lavoratori e dopo aver messo a soqquadro la Regione per ottenere l'accordo di programma per la Murgia da 101 milioni di euro, Natuzzi, mettendo in mostra peraltro poco coraggio, si rifugia a Roma per presentare una bozza di piano industriale dettata, a suo dire, da una profonda crisi del settore, in cui migliaia di lavoratori, senza neanche passare dal purgatorio della cassa integrazione, dovranno fare i conti con lo spettro del licenziamento e, di conseguenza, con un futuro economico a tinte fosche per le proprie famiglie".
Intanto, si tengono incontri e assemblee tra le parti interessate al fine di sviscerare il problema e trovare possibili soluzioni.