Uomo di Lamalunga
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Uomo di Altamura, rimuoverlo o no?

Soprintendenza e Parco tornano a discutere

Spostare o no "Ciccillo" dalla grotta dove riposa da decine di migliaia di anni? Quali eventuali pericoli e interessi dietro l'operazione, e soprattutto quale il modo migliore per rendere fruibile un bene storico unico al mondo?

La discussione sull'Uomo di Altamura e sull'ipotesi (per alcuni il rischio) di rimozione di parte dello scheletro custodito nella grotta di Lamalunga, dopo le polemiche delle scorse settimane, continua a tenere banco e approda anche in televisione.

Se n'è parlato stamane nel corso del rotocalco del Tg3 regionale "Il Settimanale", che ha ripercorso le tappe della vicenda, per poi farne oggetto di un dibattito tra Luigi La Rocca, Soprintendente ai Beni Archeologici e Cesare Veronico, presidente del Parco dell'Alta Murgia.

"Il bando legato al progetto di musealizzazione prevedeva solo l'eventuale asportazione di un frammento dello scheletro – dichiara il sindaco Mario Stacca, intervistato nel servizio – per motivi di studio, nell'ambito del finanziamento per la musealizzazione dell'Uomo". Un'eventualità, come ricorda il consigliere comunale di opposizione Enzo Colonna, "a cui non si faceva alcun riferimento nella delibera, mentre è presente solo nel progetto dell'ati vincitrice ed ha ricevuto parere favorevole dalla Soprintendenza". Un bando, rileva lo speleologo Angelo Squicciarini, tra gli scopritori, nel 1993, dello scheletro, " a cui stranamente ha partecipato solo un concorrente, composto da realtà esterne: dove sono le università del Sud?". Per lo studioso, in ogni caso, "non si può rischiare" asportando "Ciccillo" dall'ambiente dove giace da tempi lontanissimi.

Opinioni cristallizzate come il Neanderthal nella sua tomba di roccia, quelle espresse da amministratori ed esperti, che si riflettono nella loro contrapposizione anche nel dibattito in studio, sia pure su un terreno comune: quello della riconosciuta necessità di una maggiore valorizzazione turistica dell'Uomo di Altamura.

"Premesso che il reperto di Lamalunga è di importanza scientifica eccezionale – dichiara La Rocca – forse molto più antico dei 40 mila anni ipotizzati, va preso atto che gli esperti hanno evidenziato l'impossibilità, allo stato attuale, di proseguire nella conoscenza se non attraverso uno studio diretto e specifico. Il nostro parere favorevole di massima prevede che l'operazione, ove dovesse essere effettuata, avverrà in assoluta sicurezza". Un dibattito, secondo il dirigente della Soprintendenza, prematuro, visto che "finora è stata effettuata una sola discesa che ha evidenziato dei problemi".

"Non abbiamo garanzie che lo scheletro, incastonato dalla natura in quel sistema unico, se rimosso, non si sgretoli – è l'obiezione di Cesare Veronico – non siamo contrari alla ricerca scientifica, ma non si può agire senza condivisione. La comunità altamurana si è espressa in modo piuttosto rigido contro questa ipotesi". Entrambi gli interlocutori concordano sulla necessità di una maggiore valorizzazione dell'Uomo, ma da punti di vista differenti: se per La Rocca l'idea di portare lo scheletro in un museo, come avvenuto per la mummia del Similaun, sarebbe "un'operazione per Altamura e gli altamurani, perché ora pochi privilegiati possono scendere nella grotta per vederlo", il presidente del Parco sottolinea come grazie ai finanziamenti regionali Lamalunga rientrerà in un percorso che vede un sistema integrato, all'interno del territorio dell'ente, in cui ricadono anche il pulo e la cava dei dinosauri.

La discussione insomma è destinato a proseguire, e al di là delle diverse opinioni, quello che appare più importante è, appunto, che se ne parli, perché nulla avvenga, come poteva accadere, senza la partecipazione attiva della comunità.
  • Parco Nazionale dell'Alta Murgia
  • Uomo di Altamura
  • Soprintendenza Beni Archeologici Puglia
  • Cesare Veronico
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