
La città
Trentacapilli e il rischio abbandono
Parroco e residenti contro la scelta di chiudere la scuola del Redentore
Altamura - venerdì 20 maggio 2016
9.29
Non è piaciuta ai residenti del quartiere Trentacapilli la decisione presa dalla giunta comunale di spostare due aule della scuola dell'infanzia del 5° Circolo San Francesco d'Assisi ubicati presso alcuni locali della Parrocchia SS. Redentore nel quartiere Trentacapilli per trasferirle presso la scuola dell'infanzia "Rodari", in via Lago Passarello, zona via Selva.
"Un quartiere con migliaia di residenti ancora dimenticato dai governi cittadini" dichiara Enzo Colonna ricordando un progetto, rimasto ancora ne cassetti municipali, per la realizzazione di un grande istituto comprensivo da realizzare su un'area pubblica proprio nel quartiere Trentacapilli.
Chi invece non le manda a dire è Don Nunzio Falcicchio, parroco del Redentore, a cui è sembrata poco opportuna la scelta municipale.
"Era il 2005 quando misi piede nel quartiere Lama di Cervo – Trentacapilli e dove il 27 marzo 2005 fu istituita la Parrocchia del Ss. Redentore" scrive il giovane parroco ricordando i primi mesi: la conoscenza degli abitanti, la presa d'atto delle tante questioni irrisolte e della tante emergenze a cui nessuno dava ascolto.
Nel 2012, la buona notizia con la decisione di allocare alcune classi della scuola dell'infanzia nei locali diocesani "per soddisfare per quanto possibile la richiesta dei residenti".
"I locali a titolo gratuito furono messi a disposizione dalla Diocesi-Parrocchia e così si iniziò. 50 bambini, 50 famiglie hanno avuto il dono di una scuola nel quartiere" sino a pochi giorni fa quando è arrivata l a doccia fredda da Palazzo di città.
"Dopo 4 anni, si arriva alla chiusura di un piccolo seme. I motivi addotti sono anche validi ma non penso giustifichino una disattenzione al territorio. La scuola ubicata nei locali del Ss. Redentore era a titolo gratuito; chiaramente la struttura non nasce per essere scuola materna e pertanto necessita di essere attrezzata con i necessari adeguamenti alla quale ci si era resi disponibili; nessun provveditorato ha chiesto nulla e chiaramente se le iscrizioni calano è perché i genitori sono ogni anno destabilizzati sul sapere se rimane o no la scuola e comunque gli si dice che le aule non sono a norma. Anche in passato – lamenta ancora Don Nunzio - qualcuno ha detto che erano bambini emarginati. Va bene chiudere una scuola, vanno bene i motivi, va bene tutto ma dove è finita l'attenzione ad un territorio periferico per il quale si sono spesi fiumi di parole?".
Una richiesta di spiegazioni e soprattutto la necessità di conoscere quale sarà il futuro di Trentacapilli che rischia di diventare un quartiere dormitorio.
Parole a cui seguono quelle di altrettanti genitori e residenti che chiedono spiegazioni al primo cittadino.
Risposte che sino ad ora non sono arrivate.
"Un quartiere con migliaia di residenti ancora dimenticato dai governi cittadini" dichiara Enzo Colonna ricordando un progetto, rimasto ancora ne cassetti municipali, per la realizzazione di un grande istituto comprensivo da realizzare su un'area pubblica proprio nel quartiere Trentacapilli.
Chi invece non le manda a dire è Don Nunzio Falcicchio, parroco del Redentore, a cui è sembrata poco opportuna la scelta municipale.
"Era il 2005 quando misi piede nel quartiere Lama di Cervo – Trentacapilli e dove il 27 marzo 2005 fu istituita la Parrocchia del Ss. Redentore" scrive il giovane parroco ricordando i primi mesi: la conoscenza degli abitanti, la presa d'atto delle tante questioni irrisolte e della tante emergenze a cui nessuno dava ascolto.
Nel 2012, la buona notizia con la decisione di allocare alcune classi della scuola dell'infanzia nei locali diocesani "per soddisfare per quanto possibile la richiesta dei residenti".
"I locali a titolo gratuito furono messi a disposizione dalla Diocesi-Parrocchia e così si iniziò. 50 bambini, 50 famiglie hanno avuto il dono di una scuola nel quartiere" sino a pochi giorni fa quando è arrivata l a doccia fredda da Palazzo di città.
"Dopo 4 anni, si arriva alla chiusura di un piccolo seme. I motivi addotti sono anche validi ma non penso giustifichino una disattenzione al territorio. La scuola ubicata nei locali del Ss. Redentore era a titolo gratuito; chiaramente la struttura non nasce per essere scuola materna e pertanto necessita di essere attrezzata con i necessari adeguamenti alla quale ci si era resi disponibili; nessun provveditorato ha chiesto nulla e chiaramente se le iscrizioni calano è perché i genitori sono ogni anno destabilizzati sul sapere se rimane o no la scuola e comunque gli si dice che le aule non sono a norma. Anche in passato – lamenta ancora Don Nunzio - qualcuno ha detto che erano bambini emarginati. Va bene chiudere una scuola, vanno bene i motivi, va bene tutto ma dove è finita l'attenzione ad un territorio periferico per il quale si sono spesi fiumi di parole?".
Una richiesta di spiegazioni e soprattutto la necessità di conoscere quale sarà il futuro di Trentacapilli che rischia di diventare un quartiere dormitorio.
Parole a cui seguono quelle di altrettanti genitori e residenti che chiedono spiegazioni al primo cittadino.
Risposte che sino ad ora non sono arrivate.