
La città
Seu, fare urgente mente chiarezza su cosa ha scatenato il batterio
Interrogazione di Colonna a Regione e Asl
Altamura - venerdì 9 giugno 2017
Fare chiarezza e fornire al più presto tutte le informazioni a disposizione delle autorità competenti sulla causa che ha scatenato la trasmissione del batterio provocando la morte della piccola di 15 mesi dopo una diagnosi da Sindrome Emolitica-Uremica (SEU).
Questa la richiesta inviata alla Regione Puglia e alla Asl dal consigliere regionale Enzo Colonna.
Secondo quanto dichiarato a margine della riunione del 5 giugno scorso del tavolo di crisi sulla sicurezza alimentare, convocato dal Presidente Emiliano e presieduto dal direttore del Dipartimento 'Politiche della salute e benessere sociale', Giancarlo Ruscitti, «allo stato attuale non c'è nessuna emergenza Seu in Puglia». Quanto alle cause della trasmissione del batterio le autorità sanitarie hanno riferito che «la contaminazione deriva probabilmente dall'uso non corretto di latte crudo che non può essere assolutamente utilizzato per l'alimentazione umana se non previo trattamento termico». In ogni caso, si legge nella nota diffusa, «la Regione Puglia, tramite i suoi organi competenti, la Asl di Bari, l'Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata e l'Arpa, sta monitorando la situazione che in questo momento non desta preoccupazione».
La richiesta sottoscritta dal consigliere Colonna è finalizzata anche a rasserenare la popolazione altamurana e a salvaguardare le tante aziende alimentari (caseifici, gelaterie, aziende zootecniche, in generale tutte le attività connesse alla produzione, distribuzione e trasformazione del latte) che stanno subendo un pesante calo delle vendite anche dell'ordine del 60-70%.
"Analogamente fuori controllo – sottolinea Colonna - sono poi le voci che attribuiscono la causa dell'infezione alla contaminazione dell'acqua distribuita dalla rete idrica per il consumo umano a seguito del rifacimento di tronchi fognari o addirittura per i problemi connessi con l'invaso del Pertusillo. Al riguardo, è ragionevole pensare - come peraltro riferiscono esperti - che, se fosse stata l'acqua la causa dell'infezione, i casi non sarebbero stati due-tre, bensì svariate decine".
Di qui la richiesta di "assicurare in tempi brevi elementi di verità e chiarezza sulla vicenda pur comprendendo le grandi difficoltà nella individuazione delle cause di trasmissione del batterio e la necessaria prudenza nel trarre conclusioni in assenza di evidenti e oggettivi riscontri".
Questa la richiesta inviata alla Regione Puglia e alla Asl dal consigliere regionale Enzo Colonna.
Secondo quanto dichiarato a margine della riunione del 5 giugno scorso del tavolo di crisi sulla sicurezza alimentare, convocato dal Presidente Emiliano e presieduto dal direttore del Dipartimento 'Politiche della salute e benessere sociale', Giancarlo Ruscitti, «allo stato attuale non c'è nessuna emergenza Seu in Puglia». Quanto alle cause della trasmissione del batterio le autorità sanitarie hanno riferito che «la contaminazione deriva probabilmente dall'uso non corretto di latte crudo che non può essere assolutamente utilizzato per l'alimentazione umana se non previo trattamento termico». In ogni caso, si legge nella nota diffusa, «la Regione Puglia, tramite i suoi organi competenti, la Asl di Bari, l'Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata e l'Arpa, sta monitorando la situazione che in questo momento non desta preoccupazione».
La richiesta sottoscritta dal consigliere Colonna è finalizzata anche a rasserenare la popolazione altamurana e a salvaguardare le tante aziende alimentari (caseifici, gelaterie, aziende zootecniche, in generale tutte le attività connesse alla produzione, distribuzione e trasformazione del latte) che stanno subendo un pesante calo delle vendite anche dell'ordine del 60-70%.
"Analogamente fuori controllo – sottolinea Colonna - sono poi le voci che attribuiscono la causa dell'infezione alla contaminazione dell'acqua distribuita dalla rete idrica per il consumo umano a seguito del rifacimento di tronchi fognari o addirittura per i problemi connessi con l'invaso del Pertusillo. Al riguardo, è ragionevole pensare - come peraltro riferiscono esperti - che, se fosse stata l'acqua la causa dell'infezione, i casi non sarebbero stati due-tre, bensì svariate decine".
Di qui la richiesta di "assicurare in tempi brevi elementi di verità e chiarezza sulla vicenda pur comprendendo le grandi difficoltà nella individuazione delle cause di trasmissione del batterio e la necessaria prudenza nel trarre conclusioni in assenza di evidenti e oggettivi riscontri".