Gianni Moramarco
Gianni Moramarco
Cronaca

Ricorso in cassazione per dimostrare l’innocenza di Giacinto Forte

L’avvocato Moramarco smonta le accuse contro il sindaco

Dimostrare la totale innocenza di Giacinto Forte.

Questo l'obiettivo dell'avvocato Gianni Moramarco difensore del sindaco di Altamura sottoposto agli arresti domiciliari dallo scorso 12 luglio per una presunta tangente ricevuta da parte di due imprenditori al fine di favorire la società Besa Costruzioni s.r.l. nell'aggiudicazione di gare d' appalto in procinto di essere indette dal Comune di Altamura.
Nei giorni scorsi il Tribunale del riesame ha depositato le motivazioni con cui è stata confermata la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del sindaco.
Motivazioni che non convincono la difesa del primo cittadino, in quanto "gli elementi a disposizione dell'accusa non sono sufficienti ad integrare i gravi indizi di colpevolezza richiesti dal codice di procedura penale".

La accusa si fonda su intercettazioni tra i corruttori, i cui colloqui non sarebbero stati sottoposti ad alcuna verifica, sia sul piano oggettivo che sul piano soggettivo.
A conferma della estraneità del sindaco alla contestata dazione di denaro – secondo quanto sostenuto dall'avvocato Moramarco – a fronte delle deduzioni ricavate dalla analisi delle conversazioni tra terzi interlocutori, si oppongono le dichiarazioni dell'unico testimone, non indagato, presente all'incontro tra il sindaco e i presunti corruttori.

Le dichiarazioni prodotte dalla difesa di Giacinto Forte escludono la ricezione di una tangente o di qualsiasi cosa nel corso dell'incontro di fine marzo presso la sede della impresa.
Dati chiari che però non sono stati presi in considerazione dal Tribunale poiché i giudici non hanno ritenuto attendibili le dichiarazioni del testimone che sarebbe legato al sindaco da lontanissimi legami familiari.
Altra precisazione ha per oggetto proprio le gare di cui si parla nel corso delle intercettazioni, dal momento che il Comune di Altamura non si occupa dell'appalto dei lavori per il riutilizzo delle acque reflue affinate dal depuratore a servizio della città. Quindi la pretesa dazione di denaro non poteva riguardare quell'appalto dal momento che la gestione del bando di gara è affidata alla Regione Puglia.

Di qui la possibilità espressa dall'avvocato Moramarco di ricorrere in Cassazione poiché il Tribunale del riesame non ha valutato nemmeno le ulteriori attività svolte in sede di indagini difensive e volte a dimostrare che i dirigenti e i funzionari comunali e regionali non hanno subito pressioni o ingerenze da parte del sindaco finalizzate a favorire determinate aziende.

Tutti elementi che ora saranno sottoposti all'attenzione della Cassazione sperando di poter scagionare quanto prima il sindaco di Altamura.
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