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La città
Riapre il Green Table, ed è subito polemica
La comunità si divide tra pro e contro. Al Redentore un campo dedicato a Domi
Altamura - mercoledì 9 settembre 2015
11.45
Riapre i battenti la sala giochi Green table, storico locale altamurano balzato agli onori della cronaca lo scorso 5 marzo dopo aver subito l'attentato dinamitardo che ha provocato la morte di Domenico Martimucci e il ferimento di altri cinque ragazzi.
"Nemmeno un mese fa eravamo stretti intorno al nostro angelo che faceva la sua ultima corsa sul prato del D'Angelo – si legge sulla pagina facebook dell'associazione Noi siamo Domi- Oggi, in serata, passare da Largo Nitti e vedere la porta aperta, le luci accese, un locale in ordine e pulito è davvero triste e desolante. Forse troppo poco il dolore e lo strazio provato? Forse la morte di Domi non conta a nulla? Complimenti a chi vuole ridare luce al locale e spegnere il ricordo del nostro angelo" Conclude il post invitando la cittadinanza a prendere posizione e a non "restare a guardare indifferente".
E in realtà la cittadinanza ha risposto in massa all'invito. Tanti coloro che gridano allo scandalo: "Non c'è rispetto solo puro egoismo" scrive Dina a cui in tanti fanno eco "Vergogna".
"Un nodo alla gola e una profonda indignazione. Che delusione" commenta Pietro. "Sono senza parole spero non sia vero perché altrimenti significherebbe che queste persone no hanno rispetto per Domenico e la sua famiglia e il grido di tutti gli Altamurani soprattutto gli amici di Domi non sia servito a nulla" ribatte Paola.
E mentre la protesta monta, qualcuno, come ad esempio Annalisa difende la scelta dei proprietari del locale: "Scusate perché gridate vergogna o egoista al proprietario? È forse lui colpevole del disastro? Ci siamo dimenticati che lui è stato solo vittima della mafia".
Uno dei più duri sulla vicenda è Gianpaolo Sforza autore del giornale satirico "Cronache di Puglia" : Ma il proprietario del Green Table, locale in cui è scoppiata quella maledetta bomba che ha ucciso un ragazzo e ferito altri giovani, con quale coraggio riapre l'attività in quello che dovrebbe invece essere un luogo di riflessione e memoria?" scrive in un post prima di correggere il tiro proponendo al comune di Altamura di "pagare il canone di locazione per un altro locale e trasformare quel luogo ormai di morte, in una biblioteca intitolata a Domenico Martimucci".
Proposta condivisa e rilanciata da Michele Cannito, attivista Cinque Stelle: "Il Green Table, sala giochi, dove sei mesi fa esplose una bomba che ferì sei ragazzi e strappò per sempre ai suoi genitori e ai suoi amici, il giovane calciatore Domenico Martimucci (Domy), deve diventare un luogo dell'Antimafia. Un luogo dove scambiarsi libri e cd, un luogo dove organizzare dibattiti. Se fossi sindaco di Altamura, lancerei questo forte appello. Apprendo, invece, a malincuore, che quella sala giochi, lì proprio dove saltarono in aria quei ragazzi ha ripreso le sue attività regolarmente. Mi unisco, per quel che può servire, all'indignazione espressa dell'associazione "Noi siamo Domi" e del parroco della Chiesa del Redentore Don Nunzio Falcicchio".
E proprio don Nunzio Falcicchio, il parroco del Redentore che è stato vicino alla famiglia Martimucci, pochi giorni fa è stato protagonista dell'intitolazione del campetto parrocchiale alla memoria di Domi, un luogo in cui ricordare, ma anche educare i più giovani ai valori dello sport e della legalità.
Un impegno importante che almeno per il momento sembra supplire all'assenza della pubblica amministrazione che sulla vicenda resta in silenzio.
"Nemmeno un mese fa eravamo stretti intorno al nostro angelo che faceva la sua ultima corsa sul prato del D'Angelo – si legge sulla pagina facebook dell'associazione Noi siamo Domi- Oggi, in serata, passare da Largo Nitti e vedere la porta aperta, le luci accese, un locale in ordine e pulito è davvero triste e desolante. Forse troppo poco il dolore e lo strazio provato? Forse la morte di Domi non conta a nulla? Complimenti a chi vuole ridare luce al locale e spegnere il ricordo del nostro angelo" Conclude il post invitando la cittadinanza a prendere posizione e a non "restare a guardare indifferente".
E in realtà la cittadinanza ha risposto in massa all'invito. Tanti coloro che gridano allo scandalo: "Non c'è rispetto solo puro egoismo" scrive Dina a cui in tanti fanno eco "Vergogna".
"Un nodo alla gola e una profonda indignazione. Che delusione" commenta Pietro. "Sono senza parole spero non sia vero perché altrimenti significherebbe che queste persone no hanno rispetto per Domenico e la sua famiglia e il grido di tutti gli Altamurani soprattutto gli amici di Domi non sia servito a nulla" ribatte Paola.
E mentre la protesta monta, qualcuno, come ad esempio Annalisa difende la scelta dei proprietari del locale: "Scusate perché gridate vergogna o egoista al proprietario? È forse lui colpevole del disastro? Ci siamo dimenticati che lui è stato solo vittima della mafia".
Uno dei più duri sulla vicenda è Gianpaolo Sforza autore del giornale satirico "Cronache di Puglia" : Ma il proprietario del Green Table, locale in cui è scoppiata quella maledetta bomba che ha ucciso un ragazzo e ferito altri giovani, con quale coraggio riapre l'attività in quello che dovrebbe invece essere un luogo di riflessione e memoria?" scrive in un post prima di correggere il tiro proponendo al comune di Altamura di "pagare il canone di locazione per un altro locale e trasformare quel luogo ormai di morte, in una biblioteca intitolata a Domenico Martimucci".
Proposta condivisa e rilanciata da Michele Cannito, attivista Cinque Stelle: "Il Green Table, sala giochi, dove sei mesi fa esplose una bomba che ferì sei ragazzi e strappò per sempre ai suoi genitori e ai suoi amici, il giovane calciatore Domenico Martimucci (Domy), deve diventare un luogo dell'Antimafia. Un luogo dove scambiarsi libri e cd, un luogo dove organizzare dibattiti. Se fossi sindaco di Altamura, lancerei questo forte appello. Apprendo, invece, a malincuore, che quella sala giochi, lì proprio dove saltarono in aria quei ragazzi ha ripreso le sue attività regolarmente. Mi unisco, per quel che può servire, all'indignazione espressa dell'associazione "Noi siamo Domi" e del parroco della Chiesa del Redentore Don Nunzio Falcicchio".
E proprio don Nunzio Falcicchio, il parroco del Redentore che è stato vicino alla famiglia Martimucci, pochi giorni fa è stato protagonista dell'intitolazione del campetto parrocchiale alla memoria di Domi, un luogo in cui ricordare, ma anche educare i più giovani ai valori dello sport e della legalità.
Un impegno importante che almeno per il momento sembra supplire all'assenza della pubblica amministrazione che sulla vicenda resta in silenzio.