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Cronaca

È reato dare dello "iettatore"

Lo stabilisce una sentenza della Corte di Cassazione. Il riferimento è all'editore di una locale radio

Occhio a pronunciare frasi come "porta male" o "è uno iettatore". Si rischia una condanna per diffamazione. Lo stabilisce la Corte di Cassazione con una sentenza con cui la quinta sezione penale ha rigettato, nella giornata di ieri, il ricorso dell'editore e conduttore di una radio locale, Radio Regio.

La Suprema Corte ha sancito che "commette il reato di diffamazione chiunque adoperi termini che risultino offensivi, in base al significato che essi vengono oggettivamente ad assumere, a prescindere dal loro spessore culturale e dalla loro base scientifica, nella comune sensibilità di un essere umano, collocata in un determinato contesto storico e in un determinato contesto sociale". Una condanna in Cassazione per diffamazione, dunque, per l'editore che durante alcune trasmissioni radiofoniche si è espresso con termini come "porta sfortuna" riferendosi a persone più volte menzionate nei suoi discorsi ai microfoni.

La superstizione, dunque, non va alimentata, perché, per definizione, porterebbe a credenze irrazionali influenzando pensieri e condotte privi di relazioni causali. Un megafono come quello mediatico determinerebbe con facilità un'eco nell'opinione pubblica.
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