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Cronaca
Rachele Grandolfo è il commissario prefettizio per Altamura
Il tribunale del riesame conferma le accuse nei confronti di Giacinto Forte
Altamura - martedì 1 agosto 2017
16.16
Il viceprefetto Rachele Grandolfo e' stata nominata commissario prefettizio del Comune di Altamura dopo la decadenza dall'incarico del sindaco Giacinto Forte, arrestato il 12 luglio scorso insieme con altre dieci persone nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Bari su presunte tangenti ricevute da amministratori e tecnici di alcuni Comuni della provincia in cambio di appalti.
Forte e' agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione e proprio oggi il Tribunale di Riesame di Bari ha rigettato la sua richiesta di revoca della misura cautelare, ritenendo sussistenti gravi indizi di colpevolezza ed esigenze cautelari.
Stando alle indagini di Gdf e Carabinieri, coordinate dai pm Claudio Pinto e Marco D'Agostino, l'ex sindaco Forte avrebbe accettato una tangente di 15mila euro dagli imprenditori Bertin Sallaku titolare della 'Besa Costruzioni srl' e dal suo socio Michele Fatigati, attraverso l'intermediazione del vicesegretario del Pd di Acquaviva delle Fonti, Roberto Ottorino Tisci (Sallaku e Tisci sono tuttora in carcere) per l'appalto dei lavori al depuratore della citta'.
Il Riesame ha anche rigettato la richiesta di scarcerazione di un altro indagato, il dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Gioia del Colle, Vito Raffaele Lassandro, membro della commissione che aggiudico' il presunto appalto truccato relativo ai lavori di ristrutturazione del teatro comunale di Acquaviva delle Fonti. Le indagini, in cui e' coinvolto anche l'ex assessore regionale Giovanni Giannini (che percio' si e' dimesso dall'incarico assessorile), hanno documentato che imprenditori, tecnici e amministratori pubblici di alcuni Comuni dell'area metropolitana di Bari avrebbero truccato fra il 2015 e il 2017 almeno cinque gare d'appalto bandite dai Comuni di Acquaviva, Altamura e Castellana Grotte.
Fonte ANSA
Forte e' agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione e proprio oggi il Tribunale di Riesame di Bari ha rigettato la sua richiesta di revoca della misura cautelare, ritenendo sussistenti gravi indizi di colpevolezza ed esigenze cautelari.
Stando alle indagini di Gdf e Carabinieri, coordinate dai pm Claudio Pinto e Marco D'Agostino, l'ex sindaco Forte avrebbe accettato una tangente di 15mila euro dagli imprenditori Bertin Sallaku titolare della 'Besa Costruzioni srl' e dal suo socio Michele Fatigati, attraverso l'intermediazione del vicesegretario del Pd di Acquaviva delle Fonti, Roberto Ottorino Tisci (Sallaku e Tisci sono tuttora in carcere) per l'appalto dei lavori al depuratore della citta'.
Il Riesame ha anche rigettato la richiesta di scarcerazione di un altro indagato, il dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Gioia del Colle, Vito Raffaele Lassandro, membro della commissione che aggiudico' il presunto appalto truccato relativo ai lavori di ristrutturazione del teatro comunale di Acquaviva delle Fonti. Le indagini, in cui e' coinvolto anche l'ex assessore regionale Giovanni Giannini (che percio' si e' dimesso dall'incarico assessorile), hanno documentato che imprenditori, tecnici e amministratori pubblici di alcuni Comuni dell'area metropolitana di Bari avrebbero truccato fra il 2015 e il 2017 almeno cinque gare d'appalto bandite dai Comuni di Acquaviva, Altamura e Castellana Grotte.
Fonte ANSA