
La città
Rabbia e sconforto dai soci della Abmc
Saponaro: "Avevamo previsto l’ accaduto e chiesto più volte una messa in sicurezza della struttura”
Altamura - giovedì 18 giugno 2015
12.40
Seduti intorno ad un tavolo, i soci della Abmc insieme alla responsabile Elena Saponaro provano a spiegare quanto accaduto al sito rupestre di San Michele delle Grotte. Spiegazioni che via via cedono il passo alla rabbia, allo sconforto, all'incredulità.
La Chiesa rupestre San Michele delle Grotte, unico sito archeologico presente all'interno delle mura della città, ha subito ciò che da anni era stato previsto e annunciato: un crollo quasi totale. Giù il muro, crollata la scalinata, persi importanti pezzi della civiltà rupestre non solo altamurana ma dell'intera Alta Murgia, più volte oggetto di studio. Questa piccola, ma inestimabile perla storica affidata alla gestione dell' Archivio Biblioteca Museo Civico (ABMC) e alla custodia del Comune di Altamura che avrebbe dovuto garantire la sua sopravvivenza, ha ceduto sotto i colpi del maltempo e del degrado.
Eppure la questione era stata portata all'attenzione delle diverse amministrazioni che in questi anni si sono succedute a Palazzo di città dove i soci della biblioteca hanno chiesto più volte almeno la realizzazione delle opere di messa in sicurezza della struttura con tanto di dossier folto di documenti, fotografie e relazioni a supporto delle tesi avanzate dagli studiosi altamurani.
"Ci siamo recati sul posto con assessori, consiglieri e abbiamo più volte contattato le forze politiche. Si era concordato un muro di contenimento, ma non siamo mai stati ascoltati" raccontano con rammarico nei saloni del Museo dove è evidente l'amarezza dei soci dell'ABMC che non solo avevano sollevato la questione, ma avevano lavorato sodo per la presentazione di un progetto volto a riqualificare e riattivare la struttura.
"Nulla è stato sufficiente a smuovere le amministrazioni succedutesi in questi anni, non una, ma ben tre amministrazioni sono rimaste indifferenti all'inesorabile degrado della struttura" aggiungono i responsabili che ora restano in attesa di capire da parte della neonata amministrazione come e quanto si intende intervenire per salvare ciò che resta.
Da ultimo un avviso che ha tutta l'aria di essere un appello: "Sono diversi i siti cittadini schiacciati dal degrado e dimenticati da tutti. Beni preziosi di inestimabile valore e bellezza che si contrappongono, in maniera evidente, al sorgere di nuovi edifici la cui utilità, ancora oggi, resta assai dubbia".
Non resta che prendere atto del fatto, comprenderne la gravità, e sperare in un'azione tangibile da parte della neonata amministrazione.
(a cura di Maria Caterina Viscanti)
La Chiesa rupestre San Michele delle Grotte, unico sito archeologico presente all'interno delle mura della città, ha subito ciò che da anni era stato previsto e annunciato: un crollo quasi totale. Giù il muro, crollata la scalinata, persi importanti pezzi della civiltà rupestre non solo altamurana ma dell'intera Alta Murgia, più volte oggetto di studio. Questa piccola, ma inestimabile perla storica affidata alla gestione dell' Archivio Biblioteca Museo Civico (ABMC) e alla custodia del Comune di Altamura che avrebbe dovuto garantire la sua sopravvivenza, ha ceduto sotto i colpi del maltempo e del degrado.
Eppure la questione era stata portata all'attenzione delle diverse amministrazioni che in questi anni si sono succedute a Palazzo di città dove i soci della biblioteca hanno chiesto più volte almeno la realizzazione delle opere di messa in sicurezza della struttura con tanto di dossier folto di documenti, fotografie e relazioni a supporto delle tesi avanzate dagli studiosi altamurani.
"Ci siamo recati sul posto con assessori, consiglieri e abbiamo più volte contattato le forze politiche. Si era concordato un muro di contenimento, ma non siamo mai stati ascoltati" raccontano con rammarico nei saloni del Museo dove è evidente l'amarezza dei soci dell'ABMC che non solo avevano sollevato la questione, ma avevano lavorato sodo per la presentazione di un progetto volto a riqualificare e riattivare la struttura.
"Nulla è stato sufficiente a smuovere le amministrazioni succedutesi in questi anni, non una, ma ben tre amministrazioni sono rimaste indifferenti all'inesorabile degrado della struttura" aggiungono i responsabili che ora restano in attesa di capire da parte della neonata amministrazione come e quanto si intende intervenire per salvare ciò che resta.
Da ultimo un avviso che ha tutta l'aria di essere un appello: "Sono diversi i siti cittadini schiacciati dal degrado e dimenticati da tutti. Beni preziosi di inestimabile valore e bellezza che si contrappongono, in maniera evidente, al sorgere di nuovi edifici la cui utilità, ancora oggi, resta assai dubbia".
Non resta che prendere atto del fatto, comprenderne la gravità, e sperare in un'azione tangibile da parte della neonata amministrazione.
(a cura di Maria Caterina Viscanti)