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Politica
Questione Avis in Consiglio comunale
Lo annuncia il sindaco Mario Stacca. Il Primo cittadino risponde al consigliere regionale Michele Ventricelli
Altamura - lunedì 24 ottobre 2011
16.55
«Non passerà nemmeno stavolta il tentativo maldestro del consigliere regionale Ventricelli che cerca di offuscare l'immagine dell'Amministrazione comunale, addebitandoci una vicenda che risale a 10 anni fa, quella dell'Avis e dei locali di via Napoli 43. Premetto che, come sindaco e come cittadino, attribuisco una grande valenza sociale all'attività dell'Avis ed alle altre associazioni di servizio e solidarietà e per questo intendo proporre al Consiglio comunale una discussione per risolvere tali situazioni del passato, soprattutto quella in questione che è stata molto confusa». Con queste parole il sindaco Mario Stacca risponde a Ventricelli, che aveva accusato l'Amministrazione comunale di trattare i deboli «con la massima durezza, senza nessuna attenzione per la fragilità e la peculiarità di alcune categorie e dinamiche sociali».
«Detto ciò - continua il Primo cittadino - la richiesta dei canoni arretrati è un'attività puramente gestionale, svolta dagli uffici, sulla base di atti che nascono più di 10 anni fa, quando fu fatta una delibera di giunta (n. 95 del 15/3/2001, fine Amministrazione Plotino), l'unico atto politico di tutta la vicenda. Tale delibera concedeva in locazione l'immobile per un canone mensile di 359.187 vecchie lire. Prima e dopo la delibera, il signor Antonio Continisio, in qualità di presidente, con note protocollate in data 26/2/2001, del 24/5/2001 e del 14/09/2001, faceva richiesta dell'uso gratuito dell'immobile. Con successiva nota del presidente pro-tempore Piero Scalera del 12 marzo 2002 veniva comunicato che il Consiglio direttivo dell'Avis aveva deliberato alla unanimità la revoca della precedente comunicazione e l'accettazione delle condizioni della delibera. Così il locale viene consegnato il 22 aprile 2002. Siamo già nell'Amministrazione Popolizio. In quel periodo l'avvocato Ventricelli era consigliere di maggioranza. Non si ricorda nulla?»
«La prima richiesta di recupero crediti - sottolinea Stacca - è un atto gestionale a firma del dirigente dell'ufficio tecnico Antonio Tritto, dirigente pro tempore durante l'Amministrazione Popolizio. In data 20 settembre del 2004 chiede all'associazione di versare 5.472,25 euro perché l'Avis "risulta morosa nel pagamento del canone di locazione" stabilito nella delibera iniziale, n. 95 del 15 marzo 2001. Con successiva nota nel 2009 il dirigente Sabino Tattoli comunicava che il credito vantato dal Comune ammontava ad euro 17.155,84 e contestualmente chiedeva il rilascio dell'immobile. Tale richiesta non è stata mai riscontrata né ci sono state opposizioni dell'associazione. Si arriva quindi ai giorni nostri. Il pregresso è salito a 19.106 euro circa e l'iter procedurale sta seguendo il suo corso secondo la legge. Nel frattempo i locali sono stati lasciati».
«Si tratta, dunque - conclude Stacca - di atti gestionali che non spettano al Sindaco. Cionondimeno ci adopereremo per portare all'attenzione del Consiglio comunale la questione poiché il Regolamento di Contabilità, all'articolo 46, sancisce che solo ed esclusivamente il Consiglio può, con atto deliberativo, disporre la gratuità della locazione o la riduzione del canone dovuto. Ciò riconoscendo l'importante servizio che l'Avis svolge in questa città. Non è mio interesse "battibeccare" o rispondere alle polemiche ed alle strumentalizzazioni, ma chi vuol dare lezioni di politica deve dare conto del suo operato visto che sa essere forte con le parole e debole con i fatti. Se davvero Ventricelli tiene alle fasce "deboli", faccia quanto gli spetta. Si adoperi per alleviare la montagna di disagi di tante persone (ammalati, anziani, ecc.) che tutti i giorni sono alle prese con la cattiva sanità pugliese. Esempi, le vergognose code notturne per l'esenzione ticket o i lunghissimi tempi di attesa per le prestazioni mediche. Oppure si adoperi per far cambiare il regolamento regionale che stabilisce il numero massimo di utenti nel Centro Anziani, una disposizione (ripeto, della Regione) che ha allarmato i nostri concittadini».
«Detto ciò - continua il Primo cittadino - la richiesta dei canoni arretrati è un'attività puramente gestionale, svolta dagli uffici, sulla base di atti che nascono più di 10 anni fa, quando fu fatta una delibera di giunta (n. 95 del 15/3/2001, fine Amministrazione Plotino), l'unico atto politico di tutta la vicenda. Tale delibera concedeva in locazione l'immobile per un canone mensile di 359.187 vecchie lire. Prima e dopo la delibera, il signor Antonio Continisio, in qualità di presidente, con note protocollate in data 26/2/2001, del 24/5/2001 e del 14/09/2001, faceva richiesta dell'uso gratuito dell'immobile. Con successiva nota del presidente pro-tempore Piero Scalera del 12 marzo 2002 veniva comunicato che il Consiglio direttivo dell'Avis aveva deliberato alla unanimità la revoca della precedente comunicazione e l'accettazione delle condizioni della delibera. Così il locale viene consegnato il 22 aprile 2002. Siamo già nell'Amministrazione Popolizio. In quel periodo l'avvocato Ventricelli era consigliere di maggioranza. Non si ricorda nulla?»
«La prima richiesta di recupero crediti - sottolinea Stacca - è un atto gestionale a firma del dirigente dell'ufficio tecnico Antonio Tritto, dirigente pro tempore durante l'Amministrazione Popolizio. In data 20 settembre del 2004 chiede all'associazione di versare 5.472,25 euro perché l'Avis "risulta morosa nel pagamento del canone di locazione" stabilito nella delibera iniziale, n. 95 del 15 marzo 2001. Con successiva nota nel 2009 il dirigente Sabino Tattoli comunicava che il credito vantato dal Comune ammontava ad euro 17.155,84 e contestualmente chiedeva il rilascio dell'immobile. Tale richiesta non è stata mai riscontrata né ci sono state opposizioni dell'associazione. Si arriva quindi ai giorni nostri. Il pregresso è salito a 19.106 euro circa e l'iter procedurale sta seguendo il suo corso secondo la legge. Nel frattempo i locali sono stati lasciati».
«Si tratta, dunque - conclude Stacca - di atti gestionali che non spettano al Sindaco. Cionondimeno ci adopereremo per portare all'attenzione del Consiglio comunale la questione poiché il Regolamento di Contabilità, all'articolo 46, sancisce che solo ed esclusivamente il Consiglio può, con atto deliberativo, disporre la gratuità della locazione o la riduzione del canone dovuto. Ciò riconoscendo l'importante servizio che l'Avis svolge in questa città. Non è mio interesse "battibeccare" o rispondere alle polemiche ed alle strumentalizzazioni, ma chi vuol dare lezioni di politica deve dare conto del suo operato visto che sa essere forte con le parole e debole con i fatti. Se davvero Ventricelli tiene alle fasce "deboli", faccia quanto gli spetta. Si adoperi per alleviare la montagna di disagi di tante persone (ammalati, anziani, ecc.) che tutti i giorni sono alle prese con la cattiva sanità pugliese. Esempi, le vergognose code notturne per l'esenzione ticket o i lunghissimi tempi di attesa per le prestazioni mediche. Oppure si adoperi per far cambiare il regolamento regionale che stabilisce il numero massimo di utenti nel Centro Anziani, una disposizione (ripeto, della Regione) che ha allarmato i nostri concittadini».