
La città
Quando la disabilità è negli occhi di chi guarda
Storie di quotidiana incomprensione
Altamura - martedì 9 febbraio 2016
11.08
La scuola, croce e delizia di ogni ragazzino. Il luogo della crescita, delle prime esperienze ma anche delle prime delusioni che fanno ancora più male per una ragazza affetta da disabilità motoria e neurologica. Per questo per me e per il mio percorso scolastico esiste un prima e un dopo. Ricordo con piacere i primi anni passati tra i banchi di scuola. Anni in cui ho incontrato diversi compagni con cui ho stretto amicizia, grazie anche alle maestre e ai professori che mi hanno reso partecipe alle diverse iniziative favorendo i legami di amicizia con i miei compagni. Amicizia che non si è incrinata nemmeno nel periodo in cui non ho potuto frequentare la scuola media a causa di alcuni interventi chirurgici. Al contrario pur di non farmi perdere l'anno scolastico, l'insegnante di sostegno veniva a fare lezione a domicilio. Non dimenticherò mai il giorno in cui a sorpresa l'insegnante di italiano è venuta a farmi visita accompagnata dai miei compagni di classe e con tanto di pacco regalo. Ricordi dolci, piacevoli che purtroppo si fermano al periodo delle scuole medie. Perché i cinque anni di scuola superiore sono stati tutt'altro che spensierati.
Nonostante gli sforzi degli insegnanti che cercavano in tutti i modi di sensibilizzare la classe, la maggior parte dei miei compagni mi è sempre rimasta lontana rifiutandosi di stringere amicizia con me. Mai una parola, mai un gesto di aiuto. A consolarmi c'erano i tanti progetti a cui ho partecipato perché erano sempre l'occasione per conoscere nuove persone e stringere amicizie. Oggi, avendo maggiore consapevolezza guardo con maggiore distacco quei giorni passati a chiedermi il perché di tanta chiusura. Non provo rimorso nè delusione per i miei compagni di scuola poiché con il tempo ho capito che nella vita, e dunque anche a scuola, si può incontrare gente sensibile ed intelligente e gente superficiale ed egoista. Io per fortuna non mi sono lasciata demoralizzare ma, a volte, è bene riflettere sulle ferite che la nostra indifferenza lascia nell'animo altrui.
di Angela Calia
Nonostante gli sforzi degli insegnanti che cercavano in tutti i modi di sensibilizzare la classe, la maggior parte dei miei compagni mi è sempre rimasta lontana rifiutandosi di stringere amicizia con me. Mai una parola, mai un gesto di aiuto. A consolarmi c'erano i tanti progetti a cui ho partecipato perché erano sempre l'occasione per conoscere nuove persone e stringere amicizie. Oggi, avendo maggiore consapevolezza guardo con maggiore distacco quei giorni passati a chiedermi il perché di tanta chiusura. Non provo rimorso nè delusione per i miei compagni di scuola poiché con il tempo ho capito che nella vita, e dunque anche a scuola, si può incontrare gente sensibile ed intelligente e gente superficiale ed egoista. Io per fortuna non mi sono lasciata demoralizzare ma, a volte, è bene riflettere sulle ferite che la nostra indifferenza lascia nell'animo altrui.
di Angela Calia