
La città
Parco, il comitato rilancia: oltre al danno anche la beffa
Accuse pesanti contro l’amministrazione comunale
Altamura - martedì 17 novembre 2015
9.45
Resterà deluso chi credeva che la vicenda del parco degli ulivi si sarebbe spenta in consiglio comunale dopo la bocciatura della mozione Melodia – Masi per il ritiro in autotutela di tutti i permessi riguardanti il Suolo Rossi.
Non sono bastate le spiegazioni della stessa Segeco srl, azienda proprietaria del suolo, a tranquillizzare gli animi.
Dal comitato tornano all'attacco: "Il nostro invito al dialogo e alla verifica degli atti che, dopo un tortuoso e ambiguo iter amministrativo, hanno consentito il rilascio di un Permesso a Costruire nell'area dell'ex suolo Rossi di ben 13 fantomatici "Centri Sociali", è stato nei fatti eluso e mortificato. Chi si attendeva dalla nuova Amministrazione un atteggiamento più responsabile di fronte all'ennesimo tentativo di speculazione urbanistica e di riduzione delle aree residuali di verde nella nostra città, è stato ancora una volta deluso".
Dal comitato dopo aver stigmatizzato la scelta dei consiglieri di seguire l'ordine del giorno discutendo a fine serata la vicenda del parco, accusano l'amministrazione Forte di aver approvato un provvedimento con cui "si prefigura, oltre al danno, anche la beffa".
"In questa mozione si propone di eliminare il tratto di strada di via La Carrera adiacente alle Mura Megalitiche per risolvere una delle carenze progettuali, ovvero la mancanza di superfici dove trapiantare, come previsto per legge, gli ulivi che andranno sradicati per far posto alla costruzione di ben 25.000 metri cubi di cemento. Si chiuderebbe una strada pubblica (più di 1.000 metri quadri) al solo scopo di far quadrare i conteggi di un progetto "privato" altrimenti non ammissibile".
Accuse pesanti che se possibile alzano ulteriormente la tensione tra tutti i protagonisti della vicenda.
Di qui altre domande e altre richieste di spiegazione per capire: "Come mai per ben due volte, nel 2002 e nel 2004, progetti analoghi, con destinazioni d'uso meno generiche di quello attuale, presentati dalla medesima impresa sullo stesso suolo sono stati bocciati dal Comune? Cosa è cambiato nella valutazione visto che la normativa di riferimento è rimasta invariata da allora?" e soprattutto "come mai un suolo collocato in un'area così "appetitosa" è rimasto per più di quarant'anni solo un orto e, a parte i tentativi degli ultimi 10 anni, nessun'altra impresa ha mai avanzato progetti per costruirci sopra?"
Domande a cui gli attivisti provano a dare una risposta sostenendo che "Per realizzare le opere progettate nel Parco degli Ulivi con le stesse destinazioni d'uso, tante piccole imprese hanno dovuto acquisire i suoli ad un prezzo di gran lunga superiore a quello pagato dalla Segeco (39 euro a metro cubo a fronte degli oltre 100 euro secondo gli attuali prezzi di mercato). Ecco allora che si vorrebbero far passare come "centri servizi sociali-culturali" quelle che in realtà sono vere e proprie attività commerciali: "alberghi, locande, pensioni, osterie, bar ".
"Nell'area del Parco degli Ulivi (Zona F1) – ribadiscono dal comitato - si può certo costruire, ma solo opere di interesse pubblico (scuole, caserme…). Per quello che ci riguarda, continueremo nella nostra opposizione e a usare ogni mezzo democratico e anche legale, consapevoli del fatto che il Parco degli Ulivi rappresenta solo un "cavallo di Troia" dentro cui si nascondono altri nefasti "affari" pronti a uscire di notte per aggredire i nostri beni comuni"
Non sono bastate le spiegazioni della stessa Segeco srl, azienda proprietaria del suolo, a tranquillizzare gli animi.
Dal comitato tornano all'attacco: "Il nostro invito al dialogo e alla verifica degli atti che, dopo un tortuoso e ambiguo iter amministrativo, hanno consentito il rilascio di un Permesso a Costruire nell'area dell'ex suolo Rossi di ben 13 fantomatici "Centri Sociali", è stato nei fatti eluso e mortificato. Chi si attendeva dalla nuova Amministrazione un atteggiamento più responsabile di fronte all'ennesimo tentativo di speculazione urbanistica e di riduzione delle aree residuali di verde nella nostra città, è stato ancora una volta deluso".
Dal comitato dopo aver stigmatizzato la scelta dei consiglieri di seguire l'ordine del giorno discutendo a fine serata la vicenda del parco, accusano l'amministrazione Forte di aver approvato un provvedimento con cui "si prefigura, oltre al danno, anche la beffa".
"In questa mozione si propone di eliminare il tratto di strada di via La Carrera adiacente alle Mura Megalitiche per risolvere una delle carenze progettuali, ovvero la mancanza di superfici dove trapiantare, come previsto per legge, gli ulivi che andranno sradicati per far posto alla costruzione di ben 25.000 metri cubi di cemento. Si chiuderebbe una strada pubblica (più di 1.000 metri quadri) al solo scopo di far quadrare i conteggi di un progetto "privato" altrimenti non ammissibile".
Accuse pesanti che se possibile alzano ulteriormente la tensione tra tutti i protagonisti della vicenda.
Di qui altre domande e altre richieste di spiegazione per capire: "Come mai per ben due volte, nel 2002 e nel 2004, progetti analoghi, con destinazioni d'uso meno generiche di quello attuale, presentati dalla medesima impresa sullo stesso suolo sono stati bocciati dal Comune? Cosa è cambiato nella valutazione visto che la normativa di riferimento è rimasta invariata da allora?" e soprattutto "come mai un suolo collocato in un'area così "appetitosa" è rimasto per più di quarant'anni solo un orto e, a parte i tentativi degli ultimi 10 anni, nessun'altra impresa ha mai avanzato progetti per costruirci sopra?"
Domande a cui gli attivisti provano a dare una risposta sostenendo che "Per realizzare le opere progettate nel Parco degli Ulivi con le stesse destinazioni d'uso, tante piccole imprese hanno dovuto acquisire i suoli ad un prezzo di gran lunga superiore a quello pagato dalla Segeco (39 euro a metro cubo a fronte degli oltre 100 euro secondo gli attuali prezzi di mercato). Ecco allora che si vorrebbero far passare come "centri servizi sociali-culturali" quelle che in realtà sono vere e proprie attività commerciali: "alberghi, locande, pensioni, osterie, bar ".
"Nell'area del Parco degli Ulivi (Zona F1) – ribadiscono dal comitato - si può certo costruire, ma solo opere di interesse pubblico (scuole, caserme…). Per quello che ci riguarda, continueremo nella nostra opposizione e a usare ogni mezzo democratico e anche legale, consapevoli del fatto che il Parco degli Ulivi rappresenta solo un "cavallo di Troia" dentro cui si nascondono altri nefasti "affari" pronti a uscire di notte per aggredire i nostri beni comuni"