
La città
Parco degli ulivi, Segeco srl offe la sua versione dei fatti
Polemiche tendenziose, il progetto è conforme alle norme
Altamura - lunedì 16 novembre 2015
16.40
Per mesi hanno preferito restare a guardare lasciando al Municipio il compito di rispondere alle accuse mosse dalle opposizioni e dal comitato per la salvaguardia del parco degli ulivi.
Oggi, tuttavia, i responsabili della Segeco, l'azienda fondata dalle famiglie Loiudice e Lucariello, hanno aperto le porte alla stampa per cercare di fornire la loro versione a proposito del progetto di riqualificazione del Parco degli ulivi e del centro servizi di prossima realizzazione.
Tocca all'ingegnere Salvatore Tricarico, progettista dell'opera, il compito di difendere l'iniziativa e spiegare punto per punto tutte le criticità del progetto.
"Innanzitutto è bene precisare che quella zona è tipizzata F1 e quindi non è area destinata a verde, dunque non è un parco urbano" esordisce l'ingegnere Tricarico prima di addentrarsi in una lunga serie di spiegazioni.
Il messaggio è chiaro e diretto: "L'intervento rispetta tutte le norme e tutte le procedure previste dal piano regolatore e dalle leggi regionali vigenti".
Nello specifico: via Cagnazzi, la strada che attraversa il parco, è parte integrante del progetto e esprime volumetria, dunque, non ci sono volumi eccedenti; ai parcheggi è stato destinato il 10% dell'area così come prevedono le norme e sono stati posizionati in prossimità dell'asse stradale; le scale esterne sono state conteggiate nel calcolo della volumetria totale "dunque nessuno ha fatto il furbo".
"Tutti i pareri – assicura il tecnico – sono stati regolarmente emessi da tutti gli organi coinvolti, compreso quello per l'espianto e il reimpianto degli 80 ulivi presenti nella zona. Alberi che andranno a completare l'area verde di prossima realizzazione".
E ancora: l'impresa ha concordato con la pubblica amministrazione la cessione del 5% del costruito ovvero una palazzina con tre sale da destinare agli uffici pubblici.
"Su un'area di 7000 metri andremo a realizzare una superfice di 2100 metri nel pieno rispetto delle leggi poiché – ribadisce il tecnico – da parte dell'impresa non c'è nessuna interesse a speculare sul parco ma solo la volontà di dotare di servizi un quartiere completamente sprovvisto e di riqualificare un'area abbandonata".
Concetti sostanzialmente ripresi dall'avvocato Gianni Moramarco, legale dell'impresa, che si scaglia contro quanti hanno polemizzato per la difesa del verde senza rendersi conto che ci sono tante aree verdi abbandonate in città.
"Non stiamo distruggendo un parco ma stiamo realizzando un parco attrezzato per il divertimento degli anziani e dei bambini. Un intervento rischioso, quello della Segeco poiché l'impresa rischia di doversi accollare anche l'onere della gestione per l'intero immobile. Tuttavia – rimarca Moramarco – non è giusto far ricadere l'inefficienza delle amministrazioni pubbliche su un'impresa che vuole salvare quel parco operando solo ed esclusivamente nella legalità".
Ottenuti tutti i permessi i lavori potranno iniziare sin da subito. Due anni, il tempo previsto per il completamento dei lavori e la riqualificazione dell'area verde.
A Rinaldo Lucariello, amministratore dell'impresa, il compito di difendere l'onorabilità dell'impresa: "Siamo addolorati per le polemiche di questi giorni e per le offese che abbiamo ricevuto come azienda e come persone. Non vogliamo speculare su questa città e sulla vita delle persone, non lo abbiamo mai fatto e non lo faremo questa volta" commenta Lucariello dicendosi sorpreso di tanto rumore su questa vicenda.
"Pensavamo che la gente avrebbe capito la genuinità del progetto".
Basterà a chiudere le polemiche?
Oggi, tuttavia, i responsabili della Segeco, l'azienda fondata dalle famiglie Loiudice e Lucariello, hanno aperto le porte alla stampa per cercare di fornire la loro versione a proposito del progetto di riqualificazione del Parco degli ulivi e del centro servizi di prossima realizzazione.
Tocca all'ingegnere Salvatore Tricarico, progettista dell'opera, il compito di difendere l'iniziativa e spiegare punto per punto tutte le criticità del progetto.
"Innanzitutto è bene precisare che quella zona è tipizzata F1 e quindi non è area destinata a verde, dunque non è un parco urbano" esordisce l'ingegnere Tricarico prima di addentrarsi in una lunga serie di spiegazioni.
Il messaggio è chiaro e diretto: "L'intervento rispetta tutte le norme e tutte le procedure previste dal piano regolatore e dalle leggi regionali vigenti".
Nello specifico: via Cagnazzi, la strada che attraversa il parco, è parte integrante del progetto e esprime volumetria, dunque, non ci sono volumi eccedenti; ai parcheggi è stato destinato il 10% dell'area così come prevedono le norme e sono stati posizionati in prossimità dell'asse stradale; le scale esterne sono state conteggiate nel calcolo della volumetria totale "dunque nessuno ha fatto il furbo".
"Tutti i pareri – assicura il tecnico – sono stati regolarmente emessi da tutti gli organi coinvolti, compreso quello per l'espianto e il reimpianto degli 80 ulivi presenti nella zona. Alberi che andranno a completare l'area verde di prossima realizzazione".
E ancora: l'impresa ha concordato con la pubblica amministrazione la cessione del 5% del costruito ovvero una palazzina con tre sale da destinare agli uffici pubblici.
"Su un'area di 7000 metri andremo a realizzare una superfice di 2100 metri nel pieno rispetto delle leggi poiché – ribadisce il tecnico – da parte dell'impresa non c'è nessuna interesse a speculare sul parco ma solo la volontà di dotare di servizi un quartiere completamente sprovvisto e di riqualificare un'area abbandonata".
Concetti sostanzialmente ripresi dall'avvocato Gianni Moramarco, legale dell'impresa, che si scaglia contro quanti hanno polemizzato per la difesa del verde senza rendersi conto che ci sono tante aree verdi abbandonate in città.
"Non stiamo distruggendo un parco ma stiamo realizzando un parco attrezzato per il divertimento degli anziani e dei bambini. Un intervento rischioso, quello della Segeco poiché l'impresa rischia di doversi accollare anche l'onere della gestione per l'intero immobile. Tuttavia – rimarca Moramarco – non è giusto far ricadere l'inefficienza delle amministrazioni pubbliche su un'impresa che vuole salvare quel parco operando solo ed esclusivamente nella legalità".
Ottenuti tutti i permessi i lavori potranno iniziare sin da subito. Due anni, il tempo previsto per il completamento dei lavori e la riqualificazione dell'area verde.
A Rinaldo Lucariello, amministratore dell'impresa, il compito di difendere l'onorabilità dell'impresa: "Siamo addolorati per le polemiche di questi giorni e per le offese che abbiamo ricevuto come azienda e come persone. Non vogliamo speculare su questa città e sulla vita delle persone, non lo abbiamo mai fatto e non lo faremo questa volta" commenta Lucariello dicendosi sorpreso di tanto rumore su questa vicenda.
"Pensavamo che la gente avrebbe capito la genuinità del progetto".
Basterà a chiudere le polemiche?