
La città
Parco degli ulivi, realizzare l'immobile in un'altra zona
Il Comitato in difesa del parco avanza proposte
Altamura - venerdì 24 luglio 2015
10.32
Salvare il Parco degli ulivi ed evitare nuove colate di cemento spostando il progetto per la realizzazione del "centro servizi" in una altra zona.
Questa la proposta avanzata dal comitato in difesa del Parco e messa nero su bianco in un documento che sarà portato all'attenzione del sindaco e dell'intera amministrazione.
Il parco degli ulivi, una delle poche aree verdi nel centro abitato di Altamura rischia di scomparire con la realizzazione di un centro servizi a cui gli uffici comunali hanno già rilasciato il permesso di costruire.
"L'area in questione destinata dal Piano Regolatore Generale alla realizzazione di attrezzature di servizio di pubblico rappresenta una delle aree superstiti di quell'anello, largo parecchie decine di metri, destinato a verde e a servizi che, nell'originario progetto Quaroni (il P.R.G. del 1974), avrebbe dovuto 'proteggere' le Mura Megalitiche dall'edilizia residenziale e commerciale e rappresentare una cerniera tra campagna e città" scrivono i rappresentanti del comitato.
La vicenda prende il via nel 2006 con la presentazione del progetto da parte della società SE.GE.CO. s.r.l., proprietaria dell'area, che manifesta l'intenzione di realizzare un "Centro servizi Sociale-Culturale".
Ma è nel 2013 che la vicenda si infiamma con la decisione da parte della giunta Stacca di approvare all'unanimità il via libera alla costruzione dell'immobile. Da allora tante le voci di protesta che si sono levate contro il progetto e tante le rassicurazioni giunte da palazzo di città .
Ora la questione torna nel vivo con il rilascio del permesso di costruire un complesso di oltre 20 mila metri cubi, di due piani interrati e tre fuori terra.
"Per farci cosa? Un non chiaro centro servizi sociale-culturale nel quale svolgere attività quali: studi medici e legali, uffici assicurativi, cinema, alberghi, ristoranti, caffè, palestre, sale da gioco e tante altre attività commerciali. Attività che nulla hanno a che fare con la destinazione ad attrezzature di servizio pubblico prevista dal P.R.G." tuonano dal comitato convinti che la deliberazione di giunta sia in realtà una variante al Piano regolatore "illegittima in quanto adottata senza il minimo rispetto delle norme e procedure richieste da leggi e regolamenti in materia".
Di qui la richiesta a modificare non il progetto ma l'area su cui realizzarlo.
"Chiediamo perciò che l'attuale Amministrazione comunale non consenta l'ennesima appropriazione di un'area destinata al servizio dell'intera collettività, revocando, come abbiamo più volte chiesto in questi anni, la delibera di giunta n. 80 del 14/06/2013 e il permesso di costruire da pochi giorni rilasciato".
Tuttavia, decisi a no ledere gli interessi di altri privati dal Comitato avanzano proposte sulla localizzazione dell'immobile "in altre aree cittadine, anche di proprietà comunale, aventi analoga destinazione urbanistica. Siamo convinti infatti che in una zona così congestionata si possa anche semplicemente lasciar crescere gli ulivi e alla loro ombra consentire di ammirare quei 'megaliti' superstiti che altri, qualche millennio fa, posero a difesa di un'intera comunità e non del loro piccolo orto".
Questa la proposta avanzata dal comitato in difesa del Parco e messa nero su bianco in un documento che sarà portato all'attenzione del sindaco e dell'intera amministrazione.
Il parco degli ulivi, una delle poche aree verdi nel centro abitato di Altamura rischia di scomparire con la realizzazione di un centro servizi a cui gli uffici comunali hanno già rilasciato il permesso di costruire.
"L'area in questione destinata dal Piano Regolatore Generale alla realizzazione di attrezzature di servizio di pubblico rappresenta una delle aree superstiti di quell'anello, largo parecchie decine di metri, destinato a verde e a servizi che, nell'originario progetto Quaroni (il P.R.G. del 1974), avrebbe dovuto 'proteggere' le Mura Megalitiche dall'edilizia residenziale e commerciale e rappresentare una cerniera tra campagna e città" scrivono i rappresentanti del comitato.
La vicenda prende il via nel 2006 con la presentazione del progetto da parte della società SE.GE.CO. s.r.l., proprietaria dell'area, che manifesta l'intenzione di realizzare un "Centro servizi Sociale-Culturale".
Ma è nel 2013 che la vicenda si infiamma con la decisione da parte della giunta Stacca di approvare all'unanimità il via libera alla costruzione dell'immobile. Da allora tante le voci di protesta che si sono levate contro il progetto e tante le rassicurazioni giunte da palazzo di città .
Ora la questione torna nel vivo con il rilascio del permesso di costruire un complesso di oltre 20 mila metri cubi, di due piani interrati e tre fuori terra.
"Per farci cosa? Un non chiaro centro servizi sociale-culturale nel quale svolgere attività quali: studi medici e legali, uffici assicurativi, cinema, alberghi, ristoranti, caffè, palestre, sale da gioco e tante altre attività commerciali. Attività che nulla hanno a che fare con la destinazione ad attrezzature di servizio pubblico prevista dal P.R.G." tuonano dal comitato convinti che la deliberazione di giunta sia in realtà una variante al Piano regolatore "illegittima in quanto adottata senza il minimo rispetto delle norme e procedure richieste da leggi e regolamenti in materia".
Di qui la richiesta a modificare non il progetto ma l'area su cui realizzarlo.
"Chiediamo perciò che l'attuale Amministrazione comunale non consenta l'ennesima appropriazione di un'area destinata al servizio dell'intera collettività, revocando, come abbiamo più volte chiesto in questi anni, la delibera di giunta n. 80 del 14/06/2013 e il permesso di costruire da pochi giorni rilasciato".
Tuttavia, decisi a no ledere gli interessi di altri privati dal Comitato avanzano proposte sulla localizzazione dell'immobile "in altre aree cittadine, anche di proprietà comunale, aventi analoga destinazione urbanistica. Siamo convinti infatti che in una zona così congestionata si possa anche semplicemente lasciar crescere gli ulivi e alla loro ombra consentire di ammirare quei 'megaliti' superstiti che altri, qualche millennio fa, posero a difesa di un'intera comunità e non del loro piccolo orto".