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Opposizioni e sindacati contro il riordino ospedaliero regionale

Entro il 4 aprile la presentazione degli emendamenti.

Ultima tornata in III commissione per le audizioni sul riordino della rete ospedaliera. C'è tempo sino a lunedì 4 aprile per presentare gli emendamenti al piano di riordino sanitario approvato dalla giunta regionale.

Martedì 5 aprile avrà luogo la Commissione Sanità in cui saranno esaminati, alla presenza del Direttore del Dipartimento Salute Giovanni Gorgoni, in vista dell'audizione presso il Ministero della salute che si svolgerà il 7 aprile prossimo.
Posizione critica dei sindacati di comparto (CGIL, CISL, UIL e UGL) che vedono un provvedimento condotto in una logica di risparmio, con tagli lineari che porteranno a un aumento della mobilità sanitaria passiva e ad una maggiore disomogeneità nell'applicazione dei LEA nel territorio pugliese.
"Balza agli occhi – secondo la Uil – la discrasia tra i posti letto previsti nei provvedimenti della Giunta regionale (12.998) e i 14.783 che dovrebbero spettare alla Puglia in base allo standard nazionale di 3,7 p.l./1000 abitanti per acuti. Una perdita secca di 1.785 posti letto che, unitamente ai 20.000 operatori del settore in meno che la regione presenta rispetto alla Emilia Romagna (che a parità di popolazione usufruisce di un finanziamento di 1,6 miliardi in più), penalizza fortemente la sanità pugliese".

Aspetto rimarcato successivamente anche da FIMMG che ha parlato di indicatori di assistenza su cui inevitabilmente si scarica il definanziamento del sistema: fasce di popolazione che non si curano, aumento della mortalità, aumento delle liste d'attesa.
Anche secondo la CISL su personale e riparto del fondo sanitario va aperto con urgenza un confronto serrato e di merito con il Governo nazionale. Inoltre secondo il sindacato "mancano nei provvedimenti di riordino l'integrazione tra i servizi sanitari e quelli socio assistenziali e il richiamo agli indicatori epidemiologici".
L'UGL ha lamentato il mancato confronto preventivo e si è chiesta quale reale capacità può avere il riordino in discussione di intervenire sulla effettiva e duratura riduzione della spesa sanitaria, senza depotenziare i servizi e senza aumentare i costi a carico dei cittadini e la mobilità passiva.
Secondo la CIGL il riordino "è un'operazione di cassa che in fase di applicazione porterà a un assetto assistenziale insufficiente. Si poteva fare meglio – secondo la CGIL - prevedendo, ad esempio, la chiusura dell'ospedale di Lucera". Due le richieste del sindacato: investire sul personale e sui P.O. di 2° livello.
Secondo la FASSID (sindacato medico del territorio e dei servizi di radiologia e laboratorio analisi degli ospedali) occorre prevedere nel piano la creazione di strutture poliambulatoriali pubbliche in sinergia con la rete ospedaliera, che possa offrire al paziente la certezza della continuità assistenziale sia in entrata (da domicilio all'ospedale) che in uscita (dall'ospedale al domicilio).

Giudizio critico dell'USPPI medici sul riordino che non modifica la sostenibilità del sistema ma "mantiene gli attuali insoddisfacenti rapporti tra i livelli assistenziali (prevenzione, territorio e ospedale) e sottrae risorse a quest'ultimo, considerato, ad esempio, che il 60% delle prestazioni nei P.S. dovrebbero essere svolti dalle strutture territoriali".
Pesanti anche le critiche solevate dal gruppo regionale Cinque Stelle e dal consigliere Mario Conca impegnato in questi giorni ad incontrare le comunità cittadine per discutere proprio del piano sanitario.
Secondo il consigliere pentastellato, per comprendere quanto sia necessario riflettere "sulla morte lenta ma inesorabile della santità pubblica basterebbe citare i dati relativi alla diminuzione di posti letto: nel 2001 la Puglia aveva 20.433 posti letto tra sanità privata e sanità pubblica, quindi una media di 4 posti letto ogni mille abitanti, nel 2002 sono diventati 18.884, 3.6 ogni 1000 abitanti per arrivare ai giorni nostri".

"Il nuovo piano li riduce ulteriormente da 14.700 a 13.000 - prosegue Conca - per una media di 3.14 posti letto ogni mille abitanti, (11 mila circa attivati e gli altri sulla carta), minacciando alle fondamenta i livelli essenziali di assistenza. Ma il vero dato significativo lo si ottiene analizzando separatamente la situazione pubblica rispetto a quella privata, a dimostrazione del fatto che il nostro sistema sanitario stia sempre più indebolendosi a favore del sistema privato: nei 15 anni trascorsi è incredibile appurare come la sanità privata abbia mantenuto tutti i suoi posti letto aumentandoli di 146 unità, invece la sanità pubblica ne ha persi 5990, passando dai 14.542 agli attuali 8.552. Tutto per pochi e meno per molti - conclude Conca - e il timore serio è che si arrivi ad un sistema sanitario nel quale solo chi ha i soldi potrà curarsi. Forse questo spiega la soddisfazione del rappresentante dell'Aiop e delle cliniche private. Sembrano essere gli unici ad aver apprezzato il piano di riordino, questa la giusta sintesi di quanto sta accadendo nel sistema sanitario pugliese."
  • Piano di riordino ospedaliero
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