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La città

No alla violenza e al terrore

Il messaggio di Don Vincenzo Lopano

Dopo i fatti di largo Nitti da don Giuseppe Lopano riceviamo una lettera aperta rivolta a tutta la comunità altamurana

"La notte tra mercoledì e giovedì della scorsa settimana le nostre orecchie sono state stordite da un enorme boato e il nostro cuore è stato pervaso da una grande paura. Paura del buio, del vuoto, del non senso. Non senso del presente che si trasforma in ansia del futuro e angoscia per l'inutilità delle fatiche odierne. Non sono state ancora chiarite le cause ma chiara deve essere la risposta degli uomini e delle donne di buona volontà.

No alla violenza! No ai regimi del terrore, di qualunque matrice siano, che schiavizzano e tolgono la libertà all'uomo calpestando la sua dignità di essere umano. No alla distruzione della città che da essere luogo di condivisione delle risorse diventa giungla dove il più forte vince e il debole soccombe.
Ma non basta denunciare, come diceva don Tonino Bello, "è necessario annunciare!" Non basta dire di no, urge assumersi la responsabilità di sì forti e motivati.
Sì al rispetto della vita, soprattutto se debole, povera e indifesa. Sì a una vita libera da qualsiasi forma di schiavitù. Sì alle leggi intese non come proibizioni ma come possibilità di convivenza. Sì all'educazione al senso di cittadinanza e di rispetto delle norme fin dalla tenera età. Sì all'alterità vissuta come dono, mistero da custodire e non appiattire.

Ma don Tonino Bello continua: "non basta annunciare. ogni annuncio autentico deve diventare una rinuncia". Solo la rinuncia rende credibile l'annuncio. Per questo fratelli e sorelle per dire dei sì dobbiamo imparare a dirci dei no.
Dirci dei no alle scorciatoie politiche, economiche e sociali. Dirci dei no al guadagno prima di tutto e sopra tutto. Dirci dei no alla comodità di una vita tranquilla e senza scocciature. Dirci dei no alle logiche familiari per cui il benessere della propria singola famiglia è assolutizzato e difeso a qualsiasi costo. Dirci dei no all'apatia, all'indifferenza, al puro tornaconto personale. Dirci dei no alla sete di potere come strumento per rinnovare la storia.
Denunciare, annunciare e rinunciare! Queste le tre tappe perché' la marcia silenziosa di giovedì sia il primo passo verso la trasfigurazione della città di Altamura da luogo della paura, della non relazione a mensa di comunione e condivisione. Alle vittime e alle loro famiglie va la vicinanza, l'affetto e la preghiera di tutta la comunità parrocchiale".

Don Vincenzo Lopano
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