
Territorio
Natuzzi, ieri primo tavolo tecnico a Roma
Il piano illustrato dal gruppo dell'azienda. Assessore Caroli: "La ditta dovrà dare risposte sui costi da rimodulare"
Altamura - martedì 23 luglio 2013
10.31
Si è tenuto ieri, 22 luglio, a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo economico, il primo dei tre tavoli tecnici per discutere il piano industriale che la ditta Natuzzi , leader nella produzione di mobili imbottiti, intende attuare. 1726 unità lavorative a rischio e quindi 1726 famiglie sul filo del rasoio. Presenti le istituzioni e i sindacati che hanno ascoltato dal gruppo Natuzzi come "gli esuberi siano da considerarsi strutturali e che la gestione degli stessi avverrà all'interno di tavoli tecnici successivi, finalizzati alla ricerca di soluzioni congiunte per minimizzare il più possibile l'impatto sociale''. La prossima riunione del gruppo di lavoro tecnico è fissata per il 25 luglio.
Al tavolo ha partecipato anche l'assessore regionale al Lavoro, Leo Caroli. "C'è stata condivisione da parte di tutti – ha spiegato – sull'adozione da parte dell'azienda Natuzzi del nuovo modello produttivo (a "catena di montaggio") che, se da un lato ottimizza i tempi di produzione e aumenta la qualità e la quantità della produzione, dall'altro produce esuberi di personale". Dunque adesso la battaglia si sposta sulla riduzione degli esuberi proposti. "Per questo – dichiara Caroli – siamo ancora in mare aperto. Un mare che però è meno tempestoso. Si tratta adesso di intervenire sulle altre voci che determinano i costi di produzione. Il nuovo tema è: come ridurre significativamente gli esuberi". "Durante la prossima riunione – prevista per il 25 luglio – l'azienda ci dovrà infatti dare precise risposte sui costi da rimodulare: costi come l'energia, la logistica, il marketing, la rete commerciale. Intervenire infatti solo sul costo del lavoro non è possibile: così non si andrebbe da nessuna parte". "A meno che – dice l'assessore – qualcuno non pensi di produrre in Italia ai prezzi di Romania e Cina. E poiché questa sarebbe una velleità irrealizzabile, contro cui la Regione si opporrebbe fermamente, dovremo adesso capire come Natuzzi voglia implementare i volumi di produzione in Italia per compensare le ricadute occupazionali del nuovo modello produttivo". "Per aumentare i volumi Natuzzi deve riportare in Puglia parte della produzione che oggi realizza all'estero. Per favorire questo, occorrerà cogliere ogni nuova opportunità prevista dall'accordo di programma per il settore".
Al tavolo ha partecipato anche l'assessore regionale al Lavoro, Leo Caroli. "C'è stata condivisione da parte di tutti – ha spiegato – sull'adozione da parte dell'azienda Natuzzi del nuovo modello produttivo (a "catena di montaggio") che, se da un lato ottimizza i tempi di produzione e aumenta la qualità e la quantità della produzione, dall'altro produce esuberi di personale". Dunque adesso la battaglia si sposta sulla riduzione degli esuberi proposti. "Per questo – dichiara Caroli – siamo ancora in mare aperto. Un mare che però è meno tempestoso. Si tratta adesso di intervenire sulle altre voci che determinano i costi di produzione. Il nuovo tema è: come ridurre significativamente gli esuberi". "Durante la prossima riunione – prevista per il 25 luglio – l'azienda ci dovrà infatti dare precise risposte sui costi da rimodulare: costi come l'energia, la logistica, il marketing, la rete commerciale. Intervenire infatti solo sul costo del lavoro non è possibile: così non si andrebbe da nessuna parte". "A meno che – dice l'assessore – qualcuno non pensi di produrre in Italia ai prezzi di Romania e Cina. E poiché questa sarebbe una velleità irrealizzabile, contro cui la Regione si opporrebbe fermamente, dovremo adesso capire come Natuzzi voglia implementare i volumi di produzione in Italia per compensare le ricadute occupazionali del nuovo modello produttivo". "Per aumentare i volumi Natuzzi deve riportare in Puglia parte della produzione che oggi realizza all'estero. Per favorire questo, occorrerà cogliere ogni nuova opportunità prevista dall'accordo di programma per il settore".