
Territorio
La carovana internazionale antimafia ad Altamura
Rimettere in sesto la "Dimora dei Templari"?
Altamura - mercoledì 30 aprile 2014
18.01
Un messaggio per combattere la mafia lanciato dall'interno delle stanze di un bene confiscato alla malavita, la Dimora dei Templari (in contrada Sgarrone), sottratto dalla magistratura al gravinese Saverio Sorangelo, appartenente al clan Mangione. È l'iniziativa della nota associazione Libera che ha organizzato una carovana antimafia toccando molte città italiane e fermandosi, negli ultimi giorni, in Puglia. Nel territorio barese si contano circa 350 beni confiscati. Perché una carovana antimafia? Il fine è quello di portare solidarietà a chi si spende per la legalità democratica e per la giustizia sociale, di sensibilizzare l'opinione pubblica e promuovere l'impegno sociale. Sono i "carovanieri" a relazionare, oggi presenti presso la Dimora. Una testimonianza del lavoro di antimafia sociale, di chi ha incontrato le vittime di mafia e riporta la sofferenza.
Presenti i rappresentanti dei sindacati del lavoro, il sindaco Mario Stacca, l'assessore Giovanni Saponaro, i referenti della associazione, il coordinatore regionale Alessandro Cobianchi, il presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Bari, Francesca La Malfa, il capitano della locale Compagnia dei carabinieri, Nicola Abbasciano, e il dirigente scolastico dell'istituto Alberghiero di Bari.
Sono state accennate le possibilità di un riutilizzo del bene. La struttura, sottoposta a confisca di primo grado nell'ambito di una misura di prevenzione patrimoniale a carico di Sorangelo (parte in causa che ha già presentato appello alla sentenza), passata in affidamento per alcuni mesi ad un dottore commercialista di Bari quale custode giudiziario, ha definitivamente chiuso i cancelli per difficoltà finanziarie di gestione. L'intento è ora quello di concretizzare un progetto di riutilizzo e gestione del bene da parte dell'istituto alberghiero Maiorana di Bari. La realizzazione del progetto, però, non è di facile fattura perché necessita di fondi che siano privati o pubblici.
Presenti i rappresentanti dei sindacati del lavoro, il sindaco Mario Stacca, l'assessore Giovanni Saponaro, i referenti della associazione, il coordinatore regionale Alessandro Cobianchi, il presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Bari, Francesca La Malfa, il capitano della locale Compagnia dei carabinieri, Nicola Abbasciano, e il dirigente scolastico dell'istituto Alberghiero di Bari.
Sono state accennate le possibilità di un riutilizzo del bene. La struttura, sottoposta a confisca di primo grado nell'ambito di una misura di prevenzione patrimoniale a carico di Sorangelo (parte in causa che ha già presentato appello alla sentenza), passata in affidamento per alcuni mesi ad un dottore commercialista di Bari quale custode giudiziario, ha definitivamente chiuso i cancelli per difficoltà finanziarie di gestione. L'intento è ora quello di concretizzare un progetto di riutilizzo e gestione del bene da parte dell'istituto alberghiero Maiorana di Bari. La realizzazione del progetto, però, non è di facile fattura perché necessita di fondi che siano privati o pubblici.