
La città
Imbrattata una parete del Teatro Mercadante
Un gesto riprovevole. Le considerazioni di un architetto
Altamura - martedì 5 febbraio 2013
17.36
Un gesto riprovevole. Una facciata del muro del Teatro Mercadante, ancora in restauro, è stata imbrattata da un messaggio scritto da un innamorato. Della sua ragazza, ma non della sua città. Poco importa quello che traluce dalle parole. Un segno, una lettera o un graffito sarebbe stato uguale. Nessun plauso di grandezza o di coraggio riceverà il responsabile. È la stessa "Teatro Mercadante s.r.l." che ha annunciato la volontà di acquisire le immagini delle telecamere posizionate nelle vicinanze per identificare l'autore di tanto scempio.
Un pezzo della nostra storia deturpato dall'incuranza, dall'incoscienza e dall'ignoranza di chi non comprende il significato dell'amore e del rispetto. Il rispetto rimanda al termine latino "respicio" (o nella sua forma più assonante "respectum") e incarna il concetto del guardare attentamente, senza intaccare nella benché minima parte. Ecco il rispetto per le cose. Che meritano di essere ammirate.
A tal proposito, un giovane architetto altamurano, Domenico Sforza, ha così commentato il turpe gesto:
"L'arte, un'espressione unica, un momento strano, a tratti magico, in cui delle mani possono realizzare qualcosa che resterà in eterno. L'arte, un bene prezioso che la storia ci tramanda di generazione in generazione. L'arte, uno sguardo a 360° che quando lo trovi in giro ti avvolgi per sempre nei ricordi. L'arte, il momento più bello della storia capace di coinvolgere tutti, dai bambini agli anziani. L'arte. Pare che nella mia bella città, che di arte ne ha tanta e di ogni genere, l'arte (o architettura o bene storico) vale meno di nulla, ossia vale quanto un foglio in cui scrivere frasi senza senso e che sminuiscono magari anche l'eventuale senso bello delle parole scritte. Un foglio che il giorno dopo puoi buttare".
Un pezzo della nostra storia deturpato dall'incuranza, dall'incoscienza e dall'ignoranza di chi non comprende il significato dell'amore e del rispetto. Il rispetto rimanda al termine latino "respicio" (o nella sua forma più assonante "respectum") e incarna il concetto del guardare attentamente, senza intaccare nella benché minima parte. Ecco il rispetto per le cose. Che meritano di essere ammirate.
A tal proposito, un giovane architetto altamurano, Domenico Sforza, ha così commentato il turpe gesto:
"L'arte, un'espressione unica, un momento strano, a tratti magico, in cui delle mani possono realizzare qualcosa che resterà in eterno. L'arte, un bene prezioso che la storia ci tramanda di generazione in generazione. L'arte, uno sguardo a 360° che quando lo trovi in giro ti avvolgi per sempre nei ricordi. L'arte, il momento più bello della storia capace di coinvolgere tutti, dai bambini agli anziani. L'arte. Pare che nella mia bella città, che di arte ne ha tanta e di ogni genere, l'arte (o architettura o bene storico) vale meno di nulla, ossia vale quanto un foglio in cui scrivere frasi senza senso e che sminuiscono magari anche l'eventuale senso bello delle parole scritte. Un foglio che il giorno dopo puoi buttare".