
La città
Il Parco degli ulivi torna in consiglio comunale
Seduta monotematica il 3 novembre
Altamura - martedì 20 ottobre 2015
15.38
In seguito alla pubblicazione della notizia sulla vicenda del suolo Rossi, da palazzo di città abbiamo ricevuto una nota ufficiale nella quale si evidenzia che "la Conferenza dei Capigruppo, riunitasi in mattinata, ha anticipato i lavori del Consiglio comunale con al primo punto la discussione sul Parco degli Ulivi alla data del 3 novembre 2015 con inizio sempre alle ore 18.00".
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Tornerà in consiglio comunale il prossimo 5 novembre, con inizio previsto per le 18, la vicenda del Parco degli ulivi. Un consiglio monotematico richiesto dai consiglieri di opposizione e accordato con il presidente del consiglio.
"In aula saranno invitati anche i rappresentanti della proprietà per la più ampia condivisione dei temi trattati" annuncia il capogruppo Pd, Antonello Stigliano.
Intanto il Comitato in difesa del Parco degli ulivi continua la sua mobilitazione per scongiurare nuove colate di cemento ad Altamura.
Della vicenda è stato informato anche il vescovo della diocesi Giovanni Ricchiuti a cui i referenti del comitato hanno dato copia della petizione mentre nei prossimi giorni, su espressa richiesta del vescovo, sarà messo a sua disposizione l'intero careggio.
Nella seduta dello scorso 12 ottobre, in realtà, l'amministrazione si era espressa chiaramente prima attraverso le dichiarazioni dell'assessore Perrucci e poi per bocca dello stesso primo cittadino che non ci sarebbero i presupposti per ritirare il permesso di costruire. L'obiettivo è evitare un contenzioso milionario con le società interessate a costruire un "centro servizi" che ospiterà servizi al pubblico.
Pomo della discordia l'articolo 28 delle norme tecniche di attuazione al Piano Regolatore comunale che in quella zona, tipizzata F, prevede la realizzazione di "servizi relativi alla vita sociale e culturale, sia servizi di tipo tecnico e diretti al controllo dell'ambiente" ovvero "aree per le attrezzature tecnologiche, nelle quali è ammessa la costruzione di impianti e relativi alloggi di custodia attinenti al settore dei trasporti urbani sia pubblici che privati; aree per attrezzature collettive urbane quali: bagni pubblici, pretura, carcere, caserma Carabinieri, caserma Vigili del Fuoco e caserma Corpo Forestale".
In verità lo stesso articolo 28, in coda, lascerebbe spiragli per la libera interpretazione prevedendo non solo la realizzazione di immobili per il servizio pubblico ma anche strutture destinate all'esercizio al pubblico.
Se palazzo di città, imprese e residenti non troveranno un accordo, è facile pensare, come per altro già annunciato dai referenti del comitato, che la vicenda finirà presto nelle aule del Tribunale barese.
Salvo buone nuove nel consiglio del 5 novembre.
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Tornerà in consiglio comunale il prossimo 5 novembre, con inizio previsto per le 18, la vicenda del Parco degli ulivi. Un consiglio monotematico richiesto dai consiglieri di opposizione e accordato con il presidente del consiglio.
"In aula saranno invitati anche i rappresentanti della proprietà per la più ampia condivisione dei temi trattati" annuncia il capogruppo Pd, Antonello Stigliano.
Intanto il Comitato in difesa del Parco degli ulivi continua la sua mobilitazione per scongiurare nuove colate di cemento ad Altamura.
Della vicenda è stato informato anche il vescovo della diocesi Giovanni Ricchiuti a cui i referenti del comitato hanno dato copia della petizione mentre nei prossimi giorni, su espressa richiesta del vescovo, sarà messo a sua disposizione l'intero careggio.
Nella seduta dello scorso 12 ottobre, in realtà, l'amministrazione si era espressa chiaramente prima attraverso le dichiarazioni dell'assessore Perrucci e poi per bocca dello stesso primo cittadino che non ci sarebbero i presupposti per ritirare il permesso di costruire. L'obiettivo è evitare un contenzioso milionario con le società interessate a costruire un "centro servizi" che ospiterà servizi al pubblico.
Pomo della discordia l'articolo 28 delle norme tecniche di attuazione al Piano Regolatore comunale che in quella zona, tipizzata F, prevede la realizzazione di "servizi relativi alla vita sociale e culturale, sia servizi di tipo tecnico e diretti al controllo dell'ambiente" ovvero "aree per le attrezzature tecnologiche, nelle quali è ammessa la costruzione di impianti e relativi alloggi di custodia attinenti al settore dei trasporti urbani sia pubblici che privati; aree per attrezzature collettive urbane quali: bagni pubblici, pretura, carcere, caserma Carabinieri, caserma Vigili del Fuoco e caserma Corpo Forestale".
In verità lo stesso articolo 28, in coda, lascerebbe spiragli per la libera interpretazione prevedendo non solo la realizzazione di immobili per il servizio pubblico ma anche strutture destinate all'esercizio al pubblico.
Se palazzo di città, imprese e residenti non troveranno un accordo, è facile pensare, come per altro già annunciato dai referenti del comitato, che la vicenda finirà presto nelle aule del Tribunale barese.
Salvo buone nuove nel consiglio del 5 novembre.