
Eventi e cultura
Il pane nell'arte contemporanea
Aperta la mostra nella chiesa di Santa Croce
Altamura - domenica 27 aprile 2025
Dal 24 aprile al 25 maggio 2025, Altamura ospita per la prima volta nel Sud Italia la mostra "Il Profumo del Pane", allestita nella suggestiva cornice della Chiesa di Santa Croce, in via Santa Croce. Un evento di grande rilevanza culturale, curato da Giovanni Gardini e don Nunzio Falcicchio, che celebra il pane come simbolo universale attraverso il linguaggio dell'arte contemporanea. Visitabile nei giorni di sabato, domenica e festivi, con orario 10:00-13:00 e 18:00-21:00, la mostra, a ingresso gratuito, presenta le opere di tre artisti contemporanei: Daniela Novello, Matteo Lucca ed Ettore Frani. Con sensibilità e tecniche differenti, gli artisti interpretano il tema del pane, evocando valori profondi come la vita, la condivisione e la spiritualità.
Tra le opere in esposizione spicca quella di Daniela Novello, artista milanese già presente in importanti manifestazioni come la Biennale di Venezia. Per "Il Profumo del Pane", Novello ha realizzato un'installazione intensa e carica di significato: un tavolo in legno, coperto da una pesante tovaglia di piombo, modellata e ricamata, su cui troneggia un pane scolpito nel tufo. Attraverso materiali come il piombo, il legno, la pietra e il tufo, l'artista richiama i valori della famiglia, della casa e della convivialità. La tovaglia è simbolo delle tavole imbandite nei giorni di festa, mentre il pane è frutto di fatica e lavoro.
Un altro protagonista della mostra è Matteo Lucca, artista che lavora direttamente con il pane come materiale espressivo. Le sue due sculture, entrambe realizzate in pane, portano il visitatore a riflettere sul tema della condivisione e del dolore.
La prima scultura è un autoritratto: un corpo modellato attraverso lo stampo di se stesso, che conserva ancora il profumo intenso del pane appena sfornato. Come ha raccontato don Nunzio Falcicchio nell'accogliere e guidare un gruppo di visitatori: "Se vi avvicinate poi dopo a questa in particolare, si sente proprio il profumo del pane, perché è stata fatta domenica scorsa e l'artista ha fatto lo stampo di se stesso tutta la notte, utilizzando il pane perché non solo gli piaceva l'idea di utilizzarlo, ma perché il pane è fatto per essere mangiato. E quindi dice: l'arte per essere condivisa dev'essere mangiata". La seconda scultura, anch'essa fatta di pane, porta invece i segni del fuoco. Realizzata sullo stampo di un'artista siriana, è stata bruciata per evocare il dolore, non solo personale ma collettivo, in un richiamo universale alla sofferenza umana. Attraverso questi gesti simbolici, Lucca reinterpreta il pane come veicolo di vita, ma anche di memoria e ferita.
Chiude il percorso espositivo Ettore Frani, con la sua opera "Arca", considerata il punto focale dell'intera mostra. Frani utilizza una tecnica affascinante e antica: la pittura su tavola. La sua lavorazione parte da una superficie interamente bianca, che viene poi completamente coperta di nero. Successivamente l'artista rimuove il colore scuro mentre si sta asciugando, facendo lentamente emergere le forme, come in un passaggio simbolico dalle tenebre alla luce. In Arca, questa luce si manifesta nel pane: parzialmente mangiato, per richiamare la vita e la condivisione, ma che, allo stesso tempo, chiede ancora di essere spezzato e mangiato da altri.
Don Nunzio Falcicchio ha spiegato che l'ingresso è gratuito perché "il vero biglietto è il visitatore stesso". Un modo per ricordare che l'arte, come il pane, è fatta per essere di tutti. In quest'ottica, ci sarà una quarta e ultima "opera": i fondi raccolti con contributi volontari durante il periodo espositivo saranno donati alla Caritas, a beneficio dei più bisognosi. Un gesto concreto che dà corpo e significato autentico alla mostra stessa: la condivisione reale.
Ulteriori informazioni nella nostra Agenda
Tra le opere in esposizione spicca quella di Daniela Novello, artista milanese già presente in importanti manifestazioni come la Biennale di Venezia. Per "Il Profumo del Pane", Novello ha realizzato un'installazione intensa e carica di significato: un tavolo in legno, coperto da una pesante tovaglia di piombo, modellata e ricamata, su cui troneggia un pane scolpito nel tufo. Attraverso materiali come il piombo, il legno, la pietra e il tufo, l'artista richiama i valori della famiglia, della casa e della convivialità. La tovaglia è simbolo delle tavole imbandite nei giorni di festa, mentre il pane è frutto di fatica e lavoro.
Un altro protagonista della mostra è Matteo Lucca, artista che lavora direttamente con il pane come materiale espressivo. Le sue due sculture, entrambe realizzate in pane, portano il visitatore a riflettere sul tema della condivisione e del dolore.
La prima scultura è un autoritratto: un corpo modellato attraverso lo stampo di se stesso, che conserva ancora il profumo intenso del pane appena sfornato. Come ha raccontato don Nunzio Falcicchio nell'accogliere e guidare un gruppo di visitatori: "Se vi avvicinate poi dopo a questa in particolare, si sente proprio il profumo del pane, perché è stata fatta domenica scorsa e l'artista ha fatto lo stampo di se stesso tutta la notte, utilizzando il pane perché non solo gli piaceva l'idea di utilizzarlo, ma perché il pane è fatto per essere mangiato. E quindi dice: l'arte per essere condivisa dev'essere mangiata". La seconda scultura, anch'essa fatta di pane, porta invece i segni del fuoco. Realizzata sullo stampo di un'artista siriana, è stata bruciata per evocare il dolore, non solo personale ma collettivo, in un richiamo universale alla sofferenza umana. Attraverso questi gesti simbolici, Lucca reinterpreta il pane come veicolo di vita, ma anche di memoria e ferita.
Chiude il percorso espositivo Ettore Frani, con la sua opera "Arca", considerata il punto focale dell'intera mostra. Frani utilizza una tecnica affascinante e antica: la pittura su tavola. La sua lavorazione parte da una superficie interamente bianca, che viene poi completamente coperta di nero. Successivamente l'artista rimuove il colore scuro mentre si sta asciugando, facendo lentamente emergere le forme, come in un passaggio simbolico dalle tenebre alla luce. In Arca, questa luce si manifesta nel pane: parzialmente mangiato, per richiamare la vita e la condivisione, ma che, allo stesso tempo, chiede ancora di essere spezzato e mangiato da altri.
Don Nunzio Falcicchio ha spiegato che l'ingresso è gratuito perché "il vero biglietto è il visitatore stesso". Un modo per ricordare che l'arte, come il pane, è fatta per essere di tutti. In quest'ottica, ci sarà una quarta e ultima "opera": i fondi raccolti con contributi volontari durante il periodo espositivo saranno donati alla Caritas, a beneficio dei più bisognosi. Un gesto concreto che dà corpo e significato autentico alla mostra stessa: la condivisione reale.
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