
La città
Il giardino di Lorenzo
Si al parco, basta con le discariche
Altamura - giovedì 9 luglio 2015
11.34
Riceviamo e pubblichiamo:
"Abbondanti piogge hanno rinverdito il nostro parco quest'anno e, anche quella prosaica intenzione di farne discarica (o con nome gentile isola ecologica), ne ha fatto accrescere la nostra attenzione. Il tempestivo annullamento di quella tormentosa delibera è stato un atto coscienzioso dell'amministrazione appena insediatasi, per noi come aver sventato un attentato al nostro dignitoso vivere.
Il parco di cui vi parlo, sito in Via Berlino ad Altamura, suscita in me un'attrazione particolare tale che mi reco lì davanti per posare dolcemente uno sguardo o per sentirne il profumo. E' uno spazio verde che ti parla, che ti dice sono qui per tutti, perché le cose belle sono per tutti e ti lasciano immaginare che il mondo intero sia così.
Noi del quartiere vogliamo le case attorno al parco e non le discariche tra le case, piuttosto impariamo a gestire la piccola raccolta dei rifiuti! Vogliamo isole di verde e non le isole del degrado. Perché in natura è tutto collegato, gente e territorio, sensibili e non, poveri e ricchi, perché non possiamo rinchiuderci in lussuose ville ignorando il degrado appena fuori.
Vogliamo un giardino per tutti e per Lorenzo, perché quando un ragazzo di 17 anni si ammala di leucemia tutti siamo un po' responsabili, perché dovremmo chiederci come abbiamo potuto permettere che la frutta non venisse scalfita dagli insetti quando poi quello stesso rimedio divora le nostre cellule. Cosa ne faremo mai di quel cibo di plastica, senza profumo e senza sapore? E non possiamo poi consolarci col pensiero meschino: "per fortuna non è successo a mio figlio". Lorenzo, che ora non è più tra noi, resta pur sempre idealmente un figlio di tutti da proteggere da minacce di diffuso degrado.
Ed ora anche le scorie nucleari! Dopo le discariche abusive, i terreni non bonificati e coltivati a cereali, armi all'uranio impoverito, le fibre d'amianto, il grano di Cernobil, l'ocratossina, Taranto, pesticidi, erbicidi, l'incremento dei tumori, delle morti sospette, dei nati con disabilità, delle sterilità e delle depressioni? Basta, adesso è veramente troppo! Ed io non posso starmene con la musica nelle orecchie ed il Pollino nella testa. Meglio morire combattendo in difesa dell'ambinte che morire lentamente avvelenati. Fa paura avvertire quella rassegnazione, quel mancato sentire e reagire!
Perché siamo nati in un paradiso e dobbiamo morire con la convinzione di aver lasciato un inferno? Perché tanto degrado morale che fa proliferare la corruzione in modo incontrollabile? Perché vitalizi, super liquidazioni, super pensioni e per i nostri ragazzi un futuro da disoccupati? Perché il degrado dell'animo arriva al punto di mettere una bomba sul davanzale di una finestra in un luogo di ritrovo per ragazzi? Perché uno sciopero a scuola è una festa per tutti? Perché non riempire le ore di buco con lezioni di educazione civica?
Perché grandi stadi spesso teatro di gesti niente affatto sportivi quando invece, con minor spese, potremmo dotarci di luoghi semplici e belli per educare al vero sport i nostri ragazzi?
Noi del quartiere vogliamo correre in un prato e verso un futuro migliore, un luogo di aggregazione dove i bambini giochino senza il computer e che gli adulti si incontrino per parlare e per conoscersi. Perché è più bello aspettare un amico o una ragazza sostando in un parco, perché è bello sedersi ad una panchina per leggere una notizia o una poesia ed a tua insaputa ti ritrovi accanto la persona che ti cambia la vita. Vogliamo il parco in Via Berlino perché è un bisogno sociale che si fa istanza, perché un'area verde ha anche finalità terapeutiche, anche perché non vi può essere altro uso per questo luogo che noi già chiamiamo "il Giardino di Lorenzo" e che già ci fa sentire migliori".
Felice Altieri
"Abbondanti piogge hanno rinverdito il nostro parco quest'anno e, anche quella prosaica intenzione di farne discarica (o con nome gentile isola ecologica), ne ha fatto accrescere la nostra attenzione. Il tempestivo annullamento di quella tormentosa delibera è stato un atto coscienzioso dell'amministrazione appena insediatasi, per noi come aver sventato un attentato al nostro dignitoso vivere.
Il parco di cui vi parlo, sito in Via Berlino ad Altamura, suscita in me un'attrazione particolare tale che mi reco lì davanti per posare dolcemente uno sguardo o per sentirne il profumo. E' uno spazio verde che ti parla, che ti dice sono qui per tutti, perché le cose belle sono per tutti e ti lasciano immaginare che il mondo intero sia così.
Noi del quartiere vogliamo le case attorno al parco e non le discariche tra le case, piuttosto impariamo a gestire la piccola raccolta dei rifiuti! Vogliamo isole di verde e non le isole del degrado. Perché in natura è tutto collegato, gente e territorio, sensibili e non, poveri e ricchi, perché non possiamo rinchiuderci in lussuose ville ignorando il degrado appena fuori.
Vogliamo un giardino per tutti e per Lorenzo, perché quando un ragazzo di 17 anni si ammala di leucemia tutti siamo un po' responsabili, perché dovremmo chiederci come abbiamo potuto permettere che la frutta non venisse scalfita dagli insetti quando poi quello stesso rimedio divora le nostre cellule. Cosa ne faremo mai di quel cibo di plastica, senza profumo e senza sapore? E non possiamo poi consolarci col pensiero meschino: "per fortuna non è successo a mio figlio". Lorenzo, che ora non è più tra noi, resta pur sempre idealmente un figlio di tutti da proteggere da minacce di diffuso degrado.
Ed ora anche le scorie nucleari! Dopo le discariche abusive, i terreni non bonificati e coltivati a cereali, armi all'uranio impoverito, le fibre d'amianto, il grano di Cernobil, l'ocratossina, Taranto, pesticidi, erbicidi, l'incremento dei tumori, delle morti sospette, dei nati con disabilità, delle sterilità e delle depressioni? Basta, adesso è veramente troppo! Ed io non posso starmene con la musica nelle orecchie ed il Pollino nella testa. Meglio morire combattendo in difesa dell'ambinte che morire lentamente avvelenati. Fa paura avvertire quella rassegnazione, quel mancato sentire e reagire!
Perché siamo nati in un paradiso e dobbiamo morire con la convinzione di aver lasciato un inferno? Perché tanto degrado morale che fa proliferare la corruzione in modo incontrollabile? Perché vitalizi, super liquidazioni, super pensioni e per i nostri ragazzi un futuro da disoccupati? Perché il degrado dell'animo arriva al punto di mettere una bomba sul davanzale di una finestra in un luogo di ritrovo per ragazzi? Perché uno sciopero a scuola è una festa per tutti? Perché non riempire le ore di buco con lezioni di educazione civica?
Perché grandi stadi spesso teatro di gesti niente affatto sportivi quando invece, con minor spese, potremmo dotarci di luoghi semplici e belli per educare al vero sport i nostri ragazzi?
Noi del quartiere vogliamo correre in un prato e verso un futuro migliore, un luogo di aggregazione dove i bambini giochino senza il computer e che gli adulti si incontrino per parlare e per conoscersi. Perché è più bello aspettare un amico o una ragazza sostando in un parco, perché è bello sedersi ad una panchina per leggere una notizia o una poesia ed a tua insaputa ti ritrovi accanto la persona che ti cambia la vita. Vogliamo il parco in Via Berlino perché è un bisogno sociale che si fa istanza, perché un'area verde ha anche finalità terapeutiche, anche perché non vi può essere altro uso per questo luogo che noi già chiamiamo "il Giardino di Lorenzo" e che già ci fa sentire migliori".
Felice Altieri