
Territorio
Iesce, una masseria con cripta rupestre
Tra gli affreschi quelli seicenteschi di Didaco de Simone
Altamura - domenica 19 aprile 2015
"In distanza di circa a miglia dodeci da Gravina si truova una nobil villa dei singori Mari di Altamura che Iesce viene chiamata, presso la quale chiare vestigia appariscono dell'antica selciata".
Così nel 1745 Francesco Maria Pratilli, uno studioso che a piedi e a cavallo percorreva la strada da Roma a Brindisi, descrisse il casale di Iesce, ben visibile in una lama posta ai piedi di Murgia Catena, percorrendo sia la via Appia verso Laterza che provenendo dalla parte opposta.
Gli antichi abitanti del casale, abitato fin dal IV sec. A. C., e dei suoi proprietari crearono un luogo di culto arricchito nei secoli da affreschi che testimoniano la religiosità di quella laboriosa comunità rurale. Una zona, quella di Iesce, caratterizzata dalla presenza umana e dalla sua intensa attività fin dall'antichità, come testimoniano i ritrovamenti archeologici e le tre necropoli presenti, per arrivare al Medioevo, epoca a cui risale l'imponente masseria in tufo, composta da un'aula centrale al pianoterra ed un piano nobile sopraelevato costruito nel '500.
A pochi metri dalla masseria, collegata ad essa da un cunicolo sotterraneo, si trova la cripta, in cui si possono ammirare due cicli di affreschi, realizzati in tempi diversi: delle pitture rupestri del XIV-XV secolo, ancora influenzate da modelli orientali, e quelle di epoca successiva, un ciclo sulla vita di Cristo e della Vergine, in cui sono evidenti echi del manierismo classico. Tra essi spicca una raffigurazione di San Michele Arcangelo, datato 1664 ed opera di Didaco de Simone.