
Territorio
I roghi e le tenebre della Murgia
Piero Castoro contro l’Ente Parco
Altamura - mercoledì 20 luglio 2016
11.54 Comunicato Stampa
Il Bosco della Mena è il sistema boscato più esteso della Murgia in quanto occupa una vasta fascia del versante murgiano che guarda verso il mar Adriatico, lunga circa 10 Km. Comprende le aree boschive della Sentinella, de La Resega e de Il Quarto. Il bosco si presenta spesso a macchia di leopardo, con vaste radure interne e con la presenza di straordinari gioielli dell'architettura rurale (masserie da campo e Jazzi). Si tratta di boschi puri di Quercus Pubescens Willd, con presenza sporadica di qualche alberello di Pirus communis L. va. amygdaliformis Vill. e di Quercus coccifera L. ; con rari elementi vegetali quali la quercia spinosa (Quercus colliprimos) e le rarissime orchidee endemiche (Orchys mateolana e murgiana). In tale area si riproducono varie specie dell'avifauna, di rettili, di mammiferi, molte delle quali inserite da tempo nel codice rosso di animali in via di estinzione.
Tali brevi accenni al grande patrimonio compreso nel Bosco della Mena crediamo siano sufficienti per reclamare l'assoluta priorità e importanza della sua tutela.
Negli ultimi vent'anni quest'area è stata più volte violata brutalmente: l'attività famigerata dello "spietramento", soprattutto, che ha cancellato, mediante la frantumazione delle rocce calcare, vaste estensioni di pascolo arborato e non, la distruzione di emergenze archeologiche, furti di reperti architettonici, riversamenti di notevoli quantità di fanghi non meglio identificati. Alcuni anni fa il Comune di Toritto, in collaborazione con il Centro Studi Torre di Nebbia e i Comitati Alta Murgia, si oppose al tentativo di trasformare l'aria intorno alla Masseria Quarto in un "campo di golf" con 250 villini annessi.
Malgrado ciò il Bosco della Mena rappresenta ancora oggi una delle aree murgiane più preziose…
L'incendio che il 13 luglio ha colpito questa area a partire da più focolai - segno evidente di un'origine dolosa - addolora quasi quanto l'immane tragedia umana consumatasi il giorno prima nello scontro frontale dei treni fra Corato e Andria.
E, come in quest'ultima tragedia, non sono mancate le passerelle e le dichiarazioni dei rappresentanti istituzionali. Il presidente del parco nazionale dell'Alta Murgia, in particolare, come di consueto si è precipitato e ha dato alle stampe una breve nota con cui ha approfittato, innanzitutto, per elencare "tutto il lavoro" che l'Ente svolgerebbe per "valorizzare la Murgia" e, dopo aver denunciato "la mano criminale dell'uomo", ha concluso come da copione con un: "È utile dirvi che non ci fermeranno".
Già, non si fermeranno. Non saranno certo gli incendiari a impedire che, anche quest'anno, molte centinaia di migliaia di euro verranno spese per il "festival Up", ovvero un pugno di concerti che hanno, se non altro, il merito di tenere alta la genuina e forse unica vocazione vera del presidente del parco.
Si sa che un fiammifero può appiccare un incendio, ma quando l'incendio è in corso per fermarlo non serve spegnere il fiammifero. Il problema è il fuoco. E allora, concretamente cosa fa l'Ente parco per prevenirlo? Non ci saremmo certo aspettati che l'Ente favorisse l'impiego di una catena umana a difesa del bosco della Mena, ma almeno una seria attività di prevenzione con l'impiego di giovani disoccupati per i mesi più caldi (sarebbero costati molto meno del "festival UP"), un maggiore coinvolgimento delle associazioni di base che avrebbero potuto coadiuvare l'attività del Corpo forestale, un più capillare controllo dei frangi-fuoco, delle precese, per non parlare dei rifiuti e del taglio delle erbacce ai bordi delle vie principali… Invece scopriamo (sul sito dell'Ente) due sole notizie in merito alla prevenzione degli incendi: il primo, datato 5 luglio 2016 che riguarda le "disposizioni tecniche relative all'esecuzione di operazioni forestali e alla prevenzione degli incendi all'interno dell'area naturale protetta"; e, il secondo, datato 6 luglio 2016 riguarda un "Avviso pubblico per l'affidamento diretto del servizio sperimentale di monitoraggio ai fini antincendio delle aree sensibili del parco da remoto mediante l'ausilio di telecamere…", un avviso, quest'ultimo, così come si legge nel "cronoprogramma" allegato, per monitorare alcune aree sensibili, compreso il Bosco Quarto tra Altamura e Toritto, (si noti) dal 15 giugno al 15 settembre 2016, per un costo complessivo di circa 25 mila euro. Si possono pubblicare simili avvisi nel pieno dell'estate?
E allora non ci resta che piangere i disastri avvenuti e prendercela con i capi stazione o con i maledetti piromani che agiscono in un territorio delicato che meriterebbe meno concerti e festini inutili e più prevenzione e, soprattutto, una più attenta e capace politica di gestione.
Piero Castoro (Centro Sudi Torre di Nebbia - CAM - Comitati Alta Murgia)
Tali brevi accenni al grande patrimonio compreso nel Bosco della Mena crediamo siano sufficienti per reclamare l'assoluta priorità e importanza della sua tutela.
Negli ultimi vent'anni quest'area è stata più volte violata brutalmente: l'attività famigerata dello "spietramento", soprattutto, che ha cancellato, mediante la frantumazione delle rocce calcare, vaste estensioni di pascolo arborato e non, la distruzione di emergenze archeologiche, furti di reperti architettonici, riversamenti di notevoli quantità di fanghi non meglio identificati. Alcuni anni fa il Comune di Toritto, in collaborazione con il Centro Studi Torre di Nebbia e i Comitati Alta Murgia, si oppose al tentativo di trasformare l'aria intorno alla Masseria Quarto in un "campo di golf" con 250 villini annessi.
Malgrado ciò il Bosco della Mena rappresenta ancora oggi una delle aree murgiane più preziose…
L'incendio che il 13 luglio ha colpito questa area a partire da più focolai - segno evidente di un'origine dolosa - addolora quasi quanto l'immane tragedia umana consumatasi il giorno prima nello scontro frontale dei treni fra Corato e Andria.
E, come in quest'ultima tragedia, non sono mancate le passerelle e le dichiarazioni dei rappresentanti istituzionali. Il presidente del parco nazionale dell'Alta Murgia, in particolare, come di consueto si è precipitato e ha dato alle stampe una breve nota con cui ha approfittato, innanzitutto, per elencare "tutto il lavoro" che l'Ente svolgerebbe per "valorizzare la Murgia" e, dopo aver denunciato "la mano criminale dell'uomo", ha concluso come da copione con un: "È utile dirvi che non ci fermeranno".
Già, non si fermeranno. Non saranno certo gli incendiari a impedire che, anche quest'anno, molte centinaia di migliaia di euro verranno spese per il "festival Up", ovvero un pugno di concerti che hanno, se non altro, il merito di tenere alta la genuina e forse unica vocazione vera del presidente del parco.
Si sa che un fiammifero può appiccare un incendio, ma quando l'incendio è in corso per fermarlo non serve spegnere il fiammifero. Il problema è il fuoco. E allora, concretamente cosa fa l'Ente parco per prevenirlo? Non ci saremmo certo aspettati che l'Ente favorisse l'impiego di una catena umana a difesa del bosco della Mena, ma almeno una seria attività di prevenzione con l'impiego di giovani disoccupati per i mesi più caldi (sarebbero costati molto meno del "festival UP"), un maggiore coinvolgimento delle associazioni di base che avrebbero potuto coadiuvare l'attività del Corpo forestale, un più capillare controllo dei frangi-fuoco, delle precese, per non parlare dei rifiuti e del taglio delle erbacce ai bordi delle vie principali… Invece scopriamo (sul sito dell'Ente) due sole notizie in merito alla prevenzione degli incendi: il primo, datato 5 luglio 2016 che riguarda le "disposizioni tecniche relative all'esecuzione di operazioni forestali e alla prevenzione degli incendi all'interno dell'area naturale protetta"; e, il secondo, datato 6 luglio 2016 riguarda un "Avviso pubblico per l'affidamento diretto del servizio sperimentale di monitoraggio ai fini antincendio delle aree sensibili del parco da remoto mediante l'ausilio di telecamere…", un avviso, quest'ultimo, così come si legge nel "cronoprogramma" allegato, per monitorare alcune aree sensibili, compreso il Bosco Quarto tra Altamura e Toritto, (si noti) dal 15 giugno al 15 settembre 2016, per un costo complessivo di circa 25 mila euro. Si possono pubblicare simili avvisi nel pieno dell'estate?
E allora non ci resta che piangere i disastri avvenuti e prendercela con i capi stazione o con i maledetti piromani che agiscono in un territorio delicato che meriterebbe meno concerti e festini inutili e più prevenzione e, soprattutto, una più attenta e capace politica di gestione.
Piero Castoro (Centro Sudi Torre di Nebbia - CAM - Comitati Alta Murgia)