alessandra creanza
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La città

Fanno sciopero della fame, sono al settimo giorno

Due studenti di Giurisprudenza ci spiegano il loro perché. Uno dei due ha dovuto smettere per un malore

Due ragazzi, Alessandra Creanza, di Altamura e Arnaldo Lo Vecchio, di Castellana, hanno iniziato dal 22 giugno una forma di protesta nonviolenta contro il sistema sbagliato della "Giustizia". Sciopero della fame. Oggi, settimo giorno. Uno dei due, Arnaldo, ha dovuto interrompere il suo sciopero per un malore sopraggiunto. Altamuralife ha voluto sentire dalla loro voce quali le motivazioni di una scelta tanto forte.

Chi è Alessandra creanza? Chi è Arnaldo Lo Vecchio?
Alessandra Creanza, 21 anni di Altamura, studentessa in Giurisprudenza. Impegnata da diversi anni in diverse realtà associative antimafia. Arnaldo Lovecchio, 23 anni di Castellana, studente in Giurisprudenza. Attento alle problematiche derivanti dalle organizzazioni criminali presenti sul proprio territorio. Anch'egli è impegnato nel sociale sul fronte antimafioso.
Settimo giorno di sciopero: digiuno completo. Perché?
Abbiamo scelto di avviare una forma di protesta nonviolenta, che consiste nello sciopero della fame e che ha avuto inizio in data 22 giugno 2013, per chiedere di avviare una discussione seria che porti ad un reale cambiamento nel sistema "Giustizia" in Italia a partire da coloro che la giustizia l'amministrano, ovvero dalla Magistratura con particolare riferimento al suo organo di autogoverno – CSM.
Come state?
Personalmente sono un po' stanca, Arnaldo invece ha dovuto sospendere lo sciopero su mia insistenza per via di un malore. Ma stiamo comunque portando avanti questa battaglia.
Smetterete se….?
Non smetteremo mai di lottare per l'affermazione di una "Giustizia giusta". E lo faremo con ogni mezzo.
In questi giorni avete accolto consensi? In cosa sperare?
Abbiamo avuto consensi da diverse parti d'Italia. Speravamo in un'attenzione maggiore da parte dei media ma non ci arrendiamo. Speriamo di riuscire ad unire quanti più cittadini possibili per avviare insieme forme di protesta nonviolente alternative a quelle del digiuno ed insieme portare avanti precisi obiettivi sul tema della Giustizia.
Saranno giunte anche numerose critiche da parte di chi non vede il vostro gesto come risolutivo e vi taccia di estremismo o eccentricità. Cosa rispondere?
La nostra protesta non nasce da una pretesa, ovvero quella di cambiare da un giorno all'altro la Magistratura italiana o vedere che da domani nel nostro Paese ci sia una "Giustizia giusta". La protesta nasce da un desiderio: quello di avviare una discussione seria che porti ad un reale cambiamento nel sistema Giustizia in Italia. Abbiamo utilizzato questa forma di protesta perché in Italia purtroppo per essere ascoltati bisogna ricorrere sempre alle maniere "forti", a gesti estremi. E lo sciopero della fame è una forma anzitutto nonviolenta di manifestare un dissenso ed in secondo luogo risulta essere la forma più diretta ed immediata anche se forte ed estrema. Il messaggio però che noi vorremmo giungesse è che non si deve giungere sino a tanto perché ci si unisca e si inizi insieme a fare qualcosa per il bene del nostro Paese, per il bene di ciascuno di noi.
Quali altre iniziative avete messo in campo?
Abbiamo intenzione di costituire un Comitato di cittadini che hanno davvero a cuore il tema della Giustizia. E con questo Comitato avviare iniziative e proposte da presentare agli organi istituzionali competenti. Abbiamo aperto intanto una pagina Facebook "Chiediamo Giustizia" dove verranno di volta in volta riportate le proposte e le iniziative intraprese.
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