.jpg)
Convegno
Donne migranti, invisibili agli occhi
Ecco i punti principali del convegno targato Lions Club
Altamura - sabato 12 marzo 2016
16.12
Le donne occidentali per millenni hanno vissuto nell'ombra e dura è stata la conquista della visibilità in una società che è sempre stata penalizzante nei confronti della figura femminile, visibilità concessa solo negli ultimi decenni. Le donne migranti invece sono ancora invisibili agli occhi.
Questo il tema principale del convegno "Donne migranti, nuova speranza", organizzato dal Club Lions Altamura Host, tenutosi in data Venerdì 11 Marzo presso la sala convegni della Banca Popolare di Puglia e Basilicata a Gravina. Evento coordinato dalla Dott.ssa Marina Dimattia, Giornalista, al quale hanno partecipato in qualità di relatori il Prof. Filippo Tarantino, autore del libro "L'umanesimo mediterraneo", la Professoressa di Filosofia, Francesca Romana Recchia Luciani, Università di Bari e il Dr. Gianni Dirienzo dell'ASL Bari in "Medicina per i migranti"; cerimoniere Rossana Galantucci, socia Lions, e a concludere, il Dr. Ferri, Presidente del distretto 108Ab-Puglia.
Straniero, estraneo, intruso. Derivano tutte dalla stessa radice etimologica e indicano un qualcosa che crea disordine. La reazione dell'uomo verso fenomeni importanti come quello della migrazione è smarrimento, e spesso viene visto come una rottura dell'equilibrio. "Ma se ci soffermassimo a pensare che la cultura è stratificazione, confronto con un qualcosa di nuovo e conoscenza del diverso, eliminando il rifiuto di esplorare una nuova realtà ed il pregiudizio, riusciremmo a percepire il valore e a concepire la migrazione come un dono. – ha affermato la Prof.ssa di Filosofia – All'istintiva reazione di paura, dobbiamo contrapporre una razionalizzazione mirata all'accettazione del nuovo."
Nell'antichità l'ospitalità era considerata una tradizione sacra. Si dovrebbe prendere spunto dai classici antichi, ad esempio l'Eneide: come Didone accolse Enea nella sua reggia, così si dovrebbe ospitare i migranti. È inconcepibile che il Mediterraneo, considerato da sempre la culla della civiltà, stia diventando la tomba della civiltà: oltre 15000 sono i corpi inghiottiti dalle acque. 232 milioni di emigrati di cui 44 milioni fuggono dalla guerra e altri 24 dalle persecuzioni religiose e circa la metà sono donne. Numeri che non devono lasciare indifferenti, in quanto ogni uomo è cittadino del mondo.
Di forte impatto il messaggio lanciato dal Prof. Filippo Tarantino: "Non dobbiamo chiedere loro perché scappi dal tuo Paese, ma cosa posso fare per te? Accoglienza e cultura sono le basi per una convivenza con l'altro che ha un colore diverso della pelle, parla una lingua diversa dalla nostra, ma conserva i nostri stessi sentimenti e i nostri stessi diritti di uomo: dignità umana, libertà, solidarietà, giustizia, cittadinanza."
Il fine del convegno era quello di dimostrare che una sana convivenza con i migranti è possibile e a testimoniare questa affermazione sono stati quattro ragazzi immigrati che hanno condiviso con il pubblico il proprio percorso di speranza.
Questo il tema principale del convegno "Donne migranti, nuova speranza", organizzato dal Club Lions Altamura Host, tenutosi in data Venerdì 11 Marzo presso la sala convegni della Banca Popolare di Puglia e Basilicata a Gravina. Evento coordinato dalla Dott.ssa Marina Dimattia, Giornalista, al quale hanno partecipato in qualità di relatori il Prof. Filippo Tarantino, autore del libro "L'umanesimo mediterraneo", la Professoressa di Filosofia, Francesca Romana Recchia Luciani, Università di Bari e il Dr. Gianni Dirienzo dell'ASL Bari in "Medicina per i migranti"; cerimoniere Rossana Galantucci, socia Lions, e a concludere, il Dr. Ferri, Presidente del distretto 108Ab-Puglia.
Straniero, estraneo, intruso. Derivano tutte dalla stessa radice etimologica e indicano un qualcosa che crea disordine. La reazione dell'uomo verso fenomeni importanti come quello della migrazione è smarrimento, e spesso viene visto come una rottura dell'equilibrio. "Ma se ci soffermassimo a pensare che la cultura è stratificazione, confronto con un qualcosa di nuovo e conoscenza del diverso, eliminando il rifiuto di esplorare una nuova realtà ed il pregiudizio, riusciremmo a percepire il valore e a concepire la migrazione come un dono. – ha affermato la Prof.ssa di Filosofia – All'istintiva reazione di paura, dobbiamo contrapporre una razionalizzazione mirata all'accettazione del nuovo."
Nell'antichità l'ospitalità era considerata una tradizione sacra. Si dovrebbe prendere spunto dai classici antichi, ad esempio l'Eneide: come Didone accolse Enea nella sua reggia, così si dovrebbe ospitare i migranti. È inconcepibile che il Mediterraneo, considerato da sempre la culla della civiltà, stia diventando la tomba della civiltà: oltre 15000 sono i corpi inghiottiti dalle acque. 232 milioni di emigrati di cui 44 milioni fuggono dalla guerra e altri 24 dalle persecuzioni religiose e circa la metà sono donne. Numeri che non devono lasciare indifferenti, in quanto ogni uomo è cittadino del mondo.
Di forte impatto il messaggio lanciato dal Prof. Filippo Tarantino: "Non dobbiamo chiedere loro perché scappi dal tuo Paese, ma cosa posso fare per te? Accoglienza e cultura sono le basi per una convivenza con l'altro che ha un colore diverso della pelle, parla una lingua diversa dalla nostra, ma conserva i nostri stessi sentimenti e i nostri stessi diritti di uomo: dignità umana, libertà, solidarietà, giustizia, cittadinanza."
Il fine del convegno era quello di dimostrare che una sana convivenza con i migranti è possibile e a testimoniare questa affermazione sono stati quattro ragazzi immigrati che hanno condiviso con il pubblico il proprio percorso di speranza.