
Territorio
Deposito nucleare, nasce comitato appulo-lucano contro le scorie
E viene convocato il consiglio comunale
Altamura - giovedì 21 gennaio 2021
17.06
Dopo i "no" all'ipotesi di un deposito nucleare nazionale, non bisogna perdere tempo e mettersi al lavoro per presentare le osservazioni. Entro la prima settimana di marzo, a 60 giorni dalla pubblicazione della Cnapi - carta nazionale della aree potenzialmente idonee, bisogna presentare alla Sogin (società di gestione degli impianti nucleari) le osservazioni e le proposte nell'ambito della procedura di consultazione pubblica.
Occorre rispondere sul piano tecnico perché la contestata scelta dei siti di Altamura (due aree in condivisione con Matera), di Gravina (uno) e di Laterza (due in condivisione con Matera) è avvenuta sulla base di criteri legati alla densità di popolazione, ai vincoli di natura ambientale e paesaggistica, alla presenza di infrastrutture, alla distanza dai centri abitati ed altri indicatori. Le aree pugliesi sono classificate A2, cioè "meno idonee" rispetto a quelle con giudizio A1 (Piemonte e Lazio).
Il 28 gennaio è stato convocato il consiglio comunale. Un solo punto all'ordine del giorno: "Non disponibilità alla localizzazione nel territorio del Comune di Altamura del deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi e del parco tecnologico". La riunione si terrà in videoconferenza. L'assise è stata convocata dopo una richiesta presentata dall'opposizione. Sia maggioranza sia minoranza sono concordi sul punto. Nessuno vuole il deposito nucleare nel territorio murgiano.
Prosegue pure l'attività "dal basso". Si è costituito un "Comitato No Scorie Puglia e Basilicata". Si riunirà sabato, alle ore 18.00, in un'assemblea pubblica in videoconferenza. "La posta in gioco è molto alta - sostiene il comitato appulo lucano - perciò occorre vagliare attentamente le ipotesi della Sogin attraverso uno studio tecnico scientifico in grado di quantificare l'impatto che la presenza del deposito di scorie nucleari avrebbe sulle molteplici forme di investimento messe in atto dalle nostre comunità in direzione della sostenibilità economica e ambientale e, soprattutto, della ricaduta sui delicati equilibri degli ecosistemi fisici e biologici delle aree interessate.
"Lungi da noi la volontà di affermare una sorta di "egoismo territoriale" per cui sarebbe preferibile comunque costruire altrove il deposito in questione - aggiunge - bensì occorre, al di là dei confini geografici, favorire un confronto più ampio possibile al fine di pervenire ad elaborare proposte sensate e assumere collettivamente impegni e responsabilità. Tutto questo perché, comunque finirà questa vicenda, la costruzione del deposito unico rappresenterà una eredità senza testimoni, in quanto forse nessuno dei contemporanei più adulti vedrà mai l'opera completata. La nostra responsabilità è per questo ancora più grande nei confronti dei giovani e delle generazioni che verranno".
Occorre rispondere sul piano tecnico perché la contestata scelta dei siti di Altamura (due aree in condivisione con Matera), di Gravina (uno) e di Laterza (due in condivisione con Matera) è avvenuta sulla base di criteri legati alla densità di popolazione, ai vincoli di natura ambientale e paesaggistica, alla presenza di infrastrutture, alla distanza dai centri abitati ed altri indicatori. Le aree pugliesi sono classificate A2, cioè "meno idonee" rispetto a quelle con giudizio A1 (Piemonte e Lazio).
Il 28 gennaio è stato convocato il consiglio comunale. Un solo punto all'ordine del giorno: "Non disponibilità alla localizzazione nel territorio del Comune di Altamura del deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi e del parco tecnologico". La riunione si terrà in videoconferenza. L'assise è stata convocata dopo una richiesta presentata dall'opposizione. Sia maggioranza sia minoranza sono concordi sul punto. Nessuno vuole il deposito nucleare nel territorio murgiano.
Prosegue pure l'attività "dal basso". Si è costituito un "Comitato No Scorie Puglia e Basilicata". Si riunirà sabato, alle ore 18.00, in un'assemblea pubblica in videoconferenza. "La posta in gioco è molto alta - sostiene il comitato appulo lucano - perciò occorre vagliare attentamente le ipotesi della Sogin attraverso uno studio tecnico scientifico in grado di quantificare l'impatto che la presenza del deposito di scorie nucleari avrebbe sulle molteplici forme di investimento messe in atto dalle nostre comunità in direzione della sostenibilità economica e ambientale e, soprattutto, della ricaduta sui delicati equilibri degli ecosistemi fisici e biologici delle aree interessate.
"Lungi da noi la volontà di affermare una sorta di "egoismo territoriale" per cui sarebbe preferibile comunque costruire altrove il deposito in questione - aggiunge - bensì occorre, al di là dei confini geografici, favorire un confronto più ampio possibile al fine di pervenire ad elaborare proposte sensate e assumere collettivamente impegni e responsabilità. Tutto questo perché, comunque finirà questa vicenda, la costruzione del deposito unico rappresenterà una eredità senza testimoni, in quanto forse nessuno dei contemporanei più adulti vedrà mai l'opera completata. La nostra responsabilità è per questo ancora più grande nei confronti dei giovani e delle generazioni che verranno".