emergenza cinghiali parco alta murgia
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Territorio

Danni da fauna selvatica, presentate proposte di nuove regole

La Cia ha impegnato la Regione Puglia

Resta forte l'attenzione del mondo agricolo sui danni da fauna selvatica. Nel territorio murgiano è un problema molto sentito soprattutto per l'elevato numero di cinghiali.

Una delegazione della Cia (Confederazione italiana agricoltori) della Puglia ha incontrato i vertici regionali ed ha presentato la proposta di modifica all'art.19 della Legge 157/92 sulla fauna selvatica. La Regione si è impegnata a portarla sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni dalla Regione Puglia che coordina la Commissione Agricoltura della Conferenza delle Regioni.

Il Direttore del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia Gianluca Nardone, su delega del Presidente Michele Emiliano, ha incontrato una nutrita rappresentanza CIA Puglia nella giornata di mobilitazione generale promossa dalla Confederazione Italiana Agricoltori a livello nazionale in occasione della presentazione, a Camera e Senato, del documento contenente le sue proposte per una riforma radicale della normativa. Le sedi regionali hanno organizzato contemporaneamente manifestazioni, assemblee e incontri in tutta Italia, da Nord a Sud, per sensibilizzare le istituzioni e affrontare un fenomeno fuori controllo, tanto da configurarsi da tempo come un'emergenza.

La delegazione composta dal vicepresidente CIA Puglia Giannicola D'Amico, dal direttore regionale Danilo Lolatte, dal direttore provinciale CIA Levante (Bari-Bat) Giuseppe Creanza, dal presidente provinciale CIA Foggia Michele Ferrandino e da altri dirigenti delle diverse sedi espressione di tutte le province pugliesi, oltre a consegnare e illustrare il documento contenente le proposte di emendamento elaborate a livello nazionale dall'organizzazione agricola, ha delineato la portata del fenomeno in Puglia e dei problemi conseguenti alla presenza incontrollata di lupi e cinghiali, ma ha rappresentato anche il problema degli storni, che arrecano danni all'agricoltura per milioni di euro.

Sono sette i punti chiave per invertire la rotta sulla questione degli animali selvatici: sostituire il concetto di "protezione" con quello di "gestione"; ricostituire il Comitato tecnico faunistico venatorio presso la Presidenza del Consiglio dei ministri; distinguere le attività di gestione della fauna selvatica da quelle dell'attività venatoria; istituire personale ausiliario per le attività di controllo della fauna selvatica; rafforzare l'autotutela degli agricoltori; risarcimento totale del danno; tracciabilità della filiera venatoria.
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