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Politica

Consiglio Comunale, nessun punto approvato

Da Gravina lance infuocate contro il sindaco Stacca

Nulla di fatto in 5 ore di assemblea. Il Consiglio comunale tenutosi ieri, 6 marzo, non ha partorito nessuna approvazione, nonostante l'impellenza di due punti all'O.d.G. (Piano sociale di Zona e Area Vasta). Discussioni, pareri, discorsi, opinioni, sermoni, in alcuni casi prediche. Ma al voto non si è giunti. La seduta è stata sospesa alle 23.00 con il rinvio dei lavori d'Assise fissato al giorno 10 marzo.

Eppure la maggioranza c'era. Erano in 16 a rispondere all'appello. Gli stessi che hanno sottoscritto nei giorni scorsi un documento programmatico che consente il prosieguo delle attività.

Interpellato il presidente del Consiglio Nico Dambrosio: "Le forze politiche, anche quelle di maggioranza, hanno colto l'occasione per fare il punto sulla situazione di crisi che insiste al Palazzo di città. Il ritardo accumulato in aula era prevedibile data la legittimità di espressione del proprio pensiero da parte dei componenti del Consiglio. Ad ogni modo, ho piena fiducia nella capacità del Consiglio comunale di affrontare e risolvere ogni questione. L'augurio è che nella prossima seduta si possano approvare i punti all'O.d.G., e questa è una certezza più che un augurio".

Intanto, a Gravina tra strascichi procedurali e contraddizioni cronologiche di un lungo e faticoso Consiglio comunale, la convenzione sul Piano sociale di zona è passata. E anche nell'aula gravinese non sono mancate provocazioni. È la maggioranza che scaglia contro il sindaco Mario Stacca una lancia infuocata: "Ha gestito male i piani come capofila, mentre dirigenti e funzionari non devono scaricare le loro conflittualità sulla politica", ha asserito Mimmo Cardascia del Pd. Il riferimento al primo cittadino altamurano era in risposta a gravi accuse mosse dall'opposizione gravinese che ha messo in discussione la gestione dei fondi sociali "non utilizzati adeguatamente e dati a cooperative e strutture non idonee, in base ad affidamenti diretti". Così il consigliere Angellotti. E, dunque, secondo le logiche dell'aula gravinese, se di colpe si può parlare, la palla passa al Comune capofila.
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