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Territorio

Città metropolitana: quali le prospettive per l'area murgiana?

Le istituzioni chiamate a confronto dal Movimento rivoluzione per lo sviluppo metropolitano

Quali sono le prospettive per l'area murgiana all'interno della neonata città metropolitana di Bari?

Di questo si è discusso durante il convegno "L'area metropolitana: non solo Bari", organizzato dalla sezione gravinese del "Movimento rivoluzione per lo sviluppo metropolitano" e tenutosi presso l'Episcopio della Curia Vescovile.
Un incontro che ha voluto coinvolgere gli esponenti più sensibili della comunità cittadina in un ricco dibattito avente come tema il nuovo ente amministrativo. Appello a cui hanno risposto numerosissimi professionisti che nel pomeriggio di domenica hanno affollato la sala.

A moderare gli interventi Matteo de Marinis, dirigente della Prefettura di Bari e portavoce del movimento organizzatore, che dopo i saluti ha ceduto subito la parola al padrone di casa, monsignor Giovanni Ricchiuti: "Desidererei che quanti si apprestano a lavorare a questa nuova esperienza di governo possano guardare allo sviluppo dell'area murgiana, dalle grandi risorse culturali, paesaggistiche e umane".

Anche per il sindaco, Alesio Valente, fattore di primaria importanza resta l'integrazione dell'entroterra murgiano all'interno dell'area metropolitana, che ha come centro la città costiera di Bari. "Fatta la città metropolitana dobbiamo creare ora gli abitanti metropolitani", spiega, "il processo sarà compiuto solo quando a Bari si sentiranno murgiani e a Gravina ci sentiremo baresi". Presente anche il sindaco di Altamura, Mario Stacca, e il sindaco di Poggiorsini, Michele Armienti, che prendendo la parola si è mostrato concorde con quanto affermato da Valente, sottolineando il ruolo da protagonista che il cittadino deve avere nell'area metropolitana.

Il discorso si fa più tecnico con l'intervento del vicepresidente della Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Gianni Colangelo, che ha spiegato il motivo per cui le banche "non riescono a finanziare le operazioni che vengono presentate sul territorio". La parola è passata poi ad Alfonso Pisicchio, vicepresidente dell'area metropolitana oltre che fautore della realizzazione giuridica del nuovo Ente. Dopo aver illustrato le perplessità che scaturiscono dalla legge Delrio - quali la mancata partecipazione dei cittadini nell'elezione diretta degli organi di governo e il rapporto tra la Regione e l'Area metropolitana - Pisicchio è passato poi ad illustrare i punti cardine dello statuto, approvato a dicembre scorso e apprezzato a livello nazionale da altre realtà metropolitane.

Alla redazione dello statuto ha lavorato l'Università di Bari: "Dalla città metropolitana è giunto un appello chiaro alla comunità, un bisogno di partecipazione a cui abbiamo risposto attraverso la stesura di uno statuto moderno", spiega il rettore dell'Ateneo Antonio Uricchio, "formando un gruppo di lavoro, abbiamo tentato di raccogliere tantissimi contributi".

Ultimo relatore, Onofrio Resta, docente di medicina presso l'università di Bari, che ha illustrato le prospettive del "Movimento rivoluzione per lo sviluppo metropolitano". Un intervento che ha chiuso il cerchio, ricollegandosi alle parole dette in apertura dal primo cittadino gravinese, e che ha sottolineato il "ruolo di Gravina come corridoio privilegiato che può legare Bari alla lucania e a Matera, capitale europea della cultura 2019".
18 fotoL'area metropolitana: non solo Bari
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