
Territorio
Ciccillo resta a Lamalunga
Scongiurata l'ipotesi rimozione dopo l'audizione in Regione
Altamura - giovedì 19 ottobre 2017
10.30
Ciccillo resta a Lamalunga.
Questo il primo risultato emerso nel corso dell'audizione in commissione cultura dove si sono ritrovati dirigenti regionali, esperti della soprintendenza e rappresentanti del Coordinamento europeo per salvare l'Uomo di Altamura.
Le rassicurazioni sono giunte per bocca del Direttore della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari, Luigi La Rocca e del direttore del Segretariato regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per la Puglia, Elena Vantaggiato, durante l'audizione richiesta dal consigliere regionale Enzo Colonna per capire i dettagli del progetto "Rediscovering Altamura: advanced multidisciplinary investigations on the skeleton from the Lamalunga cave. The KARST project (Knowing the Altamura man thRough Science & Technology)".
Un progetto di ricerca nazionale finanziato dal Ministero dei Beni e Attività Culturali e del turismo affidato ai ricercatori delle Università di Pisa, Roma e Firenze e finalizzato, tra l'altro, a promuovere, previa eventuale estrazione, la conservazione e la futura musealizzazione del famoso scheletro fossile.
L'ipotesi della rimozione del reperto dal suo contesto di ritrovamento aveva sollevato molteplici domande nella comunità altamurana (e non solo) in ordine alla effettiva necessità e alle garanzie dell'operazione e alle future prospettive di valorizzazione e fruizione del reperto.
Da questi timori sono nate le tante attività culturali in città che hanno portato alla costituzione del Coordinamento europeo chiamando a raccolta anche esponenti politici locali e nazionali che hanno chiesto a gran voce di conoscere i dettagli del progetto e soprattutto di non scippare l'Uomo alla comunità altamurana.
Dopo tante sollecitazioni, nella giornata di mercoledì, i protagonisti di questa vicenda si sono ritrovati intorno ad un tavolo. All'incontro oltre ai dirigenti della Soprintendenza hanno preso parte anche Cesare Troia e Fabio Modesti, vicepresidente e direttore facente funzione del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, Rachele Grandolfo, Commissario prefettizio del Comune di Altamura, alcuni esponenti del Coordinamento "Salviamo l'Uomo di Altamura" e del Centro Altamurano Ricerche Speleologiche (CARS), e Silvia Pellegrini, Dirigente della Sezione regionale "Valorizzazione Territoriale".
Assente giustificato Giorgio Manzi, uno dei responsabili del progetto di ricerca, che ha fornito alla Commissione una nota sintetica sulle caratteristiche dello stesso progetto.
"L'audizione ha rappresentato la prima occasione di confronto tra tutti i soggetti coinvolti e un importante momento di condivisione di informazioni, la cui mancanza era stata da più parti lamentata in questi mesi – ha commentato Enzo Colonna - Tale esigenza assieme a quella di coinvolgere la comunità scientifica e le realtà territoriali nei processi decisionali che interessano il reperto, sono state rimarcate oggi dai rappresentanti delle comunità locali (Ente Parco, Comune di Altamura e associazioni) che hanno sottolineato la necessità di preservare l'unicità e singolarità del contesto geologico ambientale del sito in cui il reperto è stato rinvenuto".
Entrando nei dettagli del progetto i dirigenti La Rocca e Vantaggiato hanno chiarito che l'attuale prima fase della ricerca consiste in un monitoraggio delle grotta, finalizzato a determinarne il microclima e ad effettuare analisi idrochimiche e microbiologiche. Nel contempo è stata avviata un'analisi approfondita dei processi geologici di formazione ed evoluzione della cavità carsica. Successivamente saranno esaminati anche i resti di fauna presenti nella grotta (che rappresentano indicatori paleo-ambientali) e, attraverso tamponi non invasivi sui campioni di ossa e sulle concrezioni calcitiche, sarà possibile verificare e precisare la datazione precedentemente ottenuta. Previsto anche lo studio delle fasi di deposizione dei reperti scheletrici.
Gli stessi responsabili hanno poi escluso, al momento, la possibilità di rimozione dello scheletro, precisando che la ricerca in corso si propone, tra l'altro, di verificare la fattibilità e definire le procedure per una eventuale estrazione del reperto; ipotesi, quindi, non attuale e, allo stato, solo oggetto di studio.
Questo il primo risultato emerso nel corso dell'audizione in commissione cultura dove si sono ritrovati dirigenti regionali, esperti della soprintendenza e rappresentanti del Coordinamento europeo per salvare l'Uomo di Altamura.
Le rassicurazioni sono giunte per bocca del Direttore della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari, Luigi La Rocca e del direttore del Segretariato regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per la Puglia, Elena Vantaggiato, durante l'audizione richiesta dal consigliere regionale Enzo Colonna per capire i dettagli del progetto "Rediscovering Altamura: advanced multidisciplinary investigations on the skeleton from the Lamalunga cave. The KARST project (Knowing the Altamura man thRough Science & Technology)".
Un progetto di ricerca nazionale finanziato dal Ministero dei Beni e Attività Culturali e del turismo affidato ai ricercatori delle Università di Pisa, Roma e Firenze e finalizzato, tra l'altro, a promuovere, previa eventuale estrazione, la conservazione e la futura musealizzazione del famoso scheletro fossile.
L'ipotesi della rimozione del reperto dal suo contesto di ritrovamento aveva sollevato molteplici domande nella comunità altamurana (e non solo) in ordine alla effettiva necessità e alle garanzie dell'operazione e alle future prospettive di valorizzazione e fruizione del reperto.
Da questi timori sono nate le tante attività culturali in città che hanno portato alla costituzione del Coordinamento europeo chiamando a raccolta anche esponenti politici locali e nazionali che hanno chiesto a gran voce di conoscere i dettagli del progetto e soprattutto di non scippare l'Uomo alla comunità altamurana.
Dopo tante sollecitazioni, nella giornata di mercoledì, i protagonisti di questa vicenda si sono ritrovati intorno ad un tavolo. All'incontro oltre ai dirigenti della Soprintendenza hanno preso parte anche Cesare Troia e Fabio Modesti, vicepresidente e direttore facente funzione del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, Rachele Grandolfo, Commissario prefettizio del Comune di Altamura, alcuni esponenti del Coordinamento "Salviamo l'Uomo di Altamura" e del Centro Altamurano Ricerche Speleologiche (CARS), e Silvia Pellegrini, Dirigente della Sezione regionale "Valorizzazione Territoriale".
Assente giustificato Giorgio Manzi, uno dei responsabili del progetto di ricerca, che ha fornito alla Commissione una nota sintetica sulle caratteristiche dello stesso progetto.
"L'audizione ha rappresentato la prima occasione di confronto tra tutti i soggetti coinvolti e un importante momento di condivisione di informazioni, la cui mancanza era stata da più parti lamentata in questi mesi – ha commentato Enzo Colonna - Tale esigenza assieme a quella di coinvolgere la comunità scientifica e le realtà territoriali nei processi decisionali che interessano il reperto, sono state rimarcate oggi dai rappresentanti delle comunità locali (Ente Parco, Comune di Altamura e associazioni) che hanno sottolineato la necessità di preservare l'unicità e singolarità del contesto geologico ambientale del sito in cui il reperto è stato rinvenuto".
Entrando nei dettagli del progetto i dirigenti La Rocca e Vantaggiato hanno chiarito che l'attuale prima fase della ricerca consiste in un monitoraggio delle grotta, finalizzato a determinarne il microclima e ad effettuare analisi idrochimiche e microbiologiche. Nel contempo è stata avviata un'analisi approfondita dei processi geologici di formazione ed evoluzione della cavità carsica. Successivamente saranno esaminati anche i resti di fauna presenti nella grotta (che rappresentano indicatori paleo-ambientali) e, attraverso tamponi non invasivi sui campioni di ossa e sulle concrezioni calcitiche, sarà possibile verificare e precisare la datazione precedentemente ottenuta. Previsto anche lo studio delle fasi di deposizione dei reperti scheletrici.
Gli stessi responsabili hanno poi escluso, al momento, la possibilità di rimozione dello scheletro, precisando che la ricerca in corso si propone, tra l'altro, di verificare la fattibilità e definire le procedure per una eventuale estrazione del reperto; ipotesi, quindi, non attuale e, allo stato, solo oggetto di studio.