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Centro interculturale Altamura, una questione appesa al palo

Le associazioni Arché e Carthage spiegano

Centro Interculturale Altamura: "adesso basta con i tentennamenti, le indecisioni, i ritardi di un'amministrazione non attenta ai problemi degli immigrati". Sono le parole di Angela Siciliano e Anna Continisio (rispettivamente delle associazioni Carthage e Arché) che rimbalzano da un ufficio all'altro del palazzo di città con l'eco della determinazione e tenacia di chi ci mette passione, volontà, sentimento nell'affrontare un tema che interessa l'intera comunità altamurana.

Troppe le lamentele che scorrono su una linea di tempo ormai lunga. Si parte dal 2011, quando viene inaugurato il Centro in via Teatro Vecchio con tanto di taglio di nastro, facce in prima linea per foto e applausi. Ma poi? Quali i risvolti di un progetto che coinvolge le diverse realtà? I fondi regionali dedicati al Centro Interculturale si aggirano intorno ai 64mila euro. Ma "Altamura ha perso l'annualità 2012-13 per inadempienza degli uffici comunali, in quanto non è stata presentata per tempo la rendicontazione del piano di lavoro e non è stata firmata in tempo la convenzione con la Regione che scade a luglio di ogni anno". E a ciò si aggiunge che le associazioni interessate, così come le rappresentanti affermano, non sono state ancora liquidate con l'ultima tranche dell'annualità precedente(2011-12). Ora "si lavora e si va avanti per volontariato", sostiene Angela Siciliano che a casa sua ha accolto un ragazzo che, raggiunta la maturità, ha dovuto lasciare la comunità nella quale ha vissuto per anni. E questa è una realtà che abbraccia tutti gli stranieri che abitano le case di accoglienza. A 18 anni sono fuori, senza una meta o una strada da seguire. Il Centro Interculturale di un paese vigile dovrebbe intervenire. Ma qui mancano i presupposti.

Le associazioni Arché e Carthage aprono le loro porte perché ad animarle sono le persone con un cuore che batte e che riconoscono negli occhi degli emigrati il grido d'aiuto, spesso inascoltato dai più. Sono le istituzioni che, dati i protocolli, i progetti sulle cattedre, i paroloni sbandierati nelle occasioni pubbliche, dovrebbero farsi avanti e non perdersi tra i meandri delle azioni burocratiche rimpallate tra i vari enti. "Dopo le numerose sollecitazioni, spesso malviste dagli stessi operatori comunali, e diversi incontri nelle stanze della casa comunale con il Sindaco e i responsabili dell'ufficio Piano di Zona, siamo riuscite ad ottenere un passo in avanti: a luglio 2013 il Comune di Altamura ha firmato il Protocollo presso la Regione grazie all'interessamento dello stesso Stacca".

Ma non c'è da cantar vittoria perché la situazione oggi resta insostenibile, non solo per un mancato proseguimento dell'iter progettuale(sarebbero dovute seguire convocazioni dei gruppi interessati, tavoli tecnici, richiamo della Regione ecc), ma anche per la questione sorta attorno alla sede del servizio. Si ricorderà, infatti, che come una sorpresa nell'uovo, gli utenti del Centro, la scorsa estate, appresero per mezzo stampa che avrebbero dovuto cedere la sede sita in via Teatro Vecchio agli uffici di Equitalia. A seguito di una occupazione simbolica da parte degli operatori del Centro e della stessa utenza, la giunta si espresse in merito: assegnati i locali di via Teatro Vecchio al servizio Equitalia, e i locali siti in via Garibaldi (civico 16) agli sportelli Antiracket e Centro Interculturale. Questione risolta, direbbe qualcuno. Invece no, ribattono gli interessati. Fermo restando che le attività del Centro vengono attualmente svolte volontariamente dalle operatrici coinvolte, ad oggi non c'è una sede attiva e aperta al pubblico. Lo scorso settembre, le associazioni sono state invitate dall'ente comunale a trasferire materiali, documenti e mobilia, nella nuova sede, ma ancora non sono state consegnate le chiavi. Pertanto restano in piedi un progetto, una convenzione firmata, persone che lavorano, ma non c'è un indirizzo a cui rivolgersi per le emergenze, né un numero di telefono fisso a cui chiamare.

Per contro, l'amministrazione, avanzando la necessità di operare nella trasparenza, comunica, in occasione di una riunione, l'intenzione di pubblicare un bando, "non tenendo in conto della nota da parte dell'Ente regionale, sulla efficienza del servizio svolto dalle associazioni". Nello stesso incontro, si stabilì che il servizio sarebbe continuato sotto la veste del volontariato e con richiesta formale delle chiavi dei locali. Richiesta fatta e protocollata, ma ancora senza risposta. E il paradosso investe anche un altro capitolo: "nel triennio 2010-2013, - spiegano le dottoresse - si sono persi fondi importantissimi e ingenti, nell'ambito dei Piani sociali di zona, a disposizione degli immigrati. E nel programma del nuovo triennio, il Centro Interculturale diventa di Ambito, pertanto si ritroverà paradossalmente, a fare da capofila ad altri sportelli aperti sul territorio, pur non avendo qui, in Altamura, una sede".

Le ragioni espresse dai gruppi interessati attendono nell'immediato valide risposte.

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