
Territorio
Carpentino, resti di arte sacra rupestre
Gli affreschi di San Giorgio rivelano influenze toscane
Altamura - giovedì 16 aprile 2015
Carpentino è una località che si trova a 8 km dal centro abitato, lungo il tracciato antico della via Appia e poco distante dal villaggio cavernicolo di Pisciulo.
Qui, tra venti casali, si disperse la popolazione dell'antica città, dopo la distruzione ad opera dei Longobardi. Oggi non c'è più traccia della masseria fortificata, mentre del primitivo insediamento rupestre rimangono, oltre a numerose tombe affioranti scavate nel tufo, alcune grotte, di cui una adibita a luogo di culto: è la chiesa di San Giorgio, una piccola cappella di forma trapezoidale, priva di altare, un pavimento sconvolto dalle picconate di cercatori di tesori senza scrupoli e frequenti allagamenti.
Delle antiche pitture sono rimasti pochi frammenti, tra le quali quattro figure che adornavano un tempo Carpela parete di sinistra, di cui si conservano un frate domenicano, San Bernardino e una domenicana (Santa Caterina). L'impostazione pittorica è di influenza toscana del XIV secolo, giunta a noi in ritardo. Oltretutto la datazione è successiva al 1450, vista la canonizzazione, avvenuta in quell'anno, di San Bernardino.
Ad occupare completamente la parete di fondo però è l'immagine del Cristo crocifisso, scarna, con il capo pesantemente abbandonato sull'omero destro, barba e baffi sottili, occhi socchiusi, mani rigide, la ferita al costato aperta e sanguinante. Ai due lati, la Vergine Maria e Maddalena.
Anonimo l'autore dell'affresco, che nell'esecuzione dei dipinti rivela da alcuni particolari chiare influenze dell'arte toscana del Trecento. Immagini e suggestioni di legami tra la Puglia e altre regioni, di cui restano poche tracce a rischio.
Qui, tra venti casali, si disperse la popolazione dell'antica città, dopo la distruzione ad opera dei Longobardi. Oggi non c'è più traccia della masseria fortificata, mentre del primitivo insediamento rupestre rimangono, oltre a numerose tombe affioranti scavate nel tufo, alcune grotte, di cui una adibita a luogo di culto: è la chiesa di San Giorgio, una piccola cappella di forma trapezoidale, priva di altare, un pavimento sconvolto dalle picconate di cercatori di tesori senza scrupoli e frequenti allagamenti.
Delle antiche pitture sono rimasti pochi frammenti, tra le quali quattro figure che adornavano un tempo Carpela parete di sinistra, di cui si conservano un frate domenicano, San Bernardino e una domenicana (Santa Caterina). L'impostazione pittorica è di influenza toscana del XIV secolo, giunta a noi in ritardo. Oltretutto la datazione è successiva al 1450, vista la canonizzazione, avvenuta in quell'anno, di San Bernardino.
Ad occupare completamente la parete di fondo però è l'immagine del Cristo crocifisso, scarna, con il capo pesantemente abbandonato sull'omero destro, barba e baffi sottili, occhi socchiusi, mani rigide, la ferita al costato aperta e sanguinante. Ai due lati, la Vergine Maria e Maddalena.
Anonimo l'autore dell'affresco, che nell'esecuzione dei dipinti rivela da alcuni particolari chiare influenze dell'arte toscana del Trecento. Immagini e suggestioni di legami tra la Puglia e altre regioni, di cui restano poche tracce a rischio.