colli della murgia
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Anche Altamura al Vinitaly

L'azienda Colli della Murgia tra le eccellenze della Puglia

Tra le 132 aziende presenti nel padiglione della Regione Puglia al Vinitaly c'è anche l'altamurana Colli della Murgia e che oggi hanno incontrato il Governatore della Puglia Michele Emiliano accompagnato dall'assessore alle risorse Agroalimentari Leo Di Gioia.

"Ogni vostro successo, ogni vostra gioia è anche la nostra felicità - ha ricordato Emiliano - voi siete al tempo stesso una tutela, una memoria, ma anche una progettazione verso nuovi traguardi e successi. Voi proiettate in avanti un'attività che racchiude un patrimonio enorme, di talenti, tradizioni, valori".
Ha aggiunto l'assessore di Gioia: "Ogni giorno, in ogni luogo raccontiamo la nostra terra e il nostro modo di lavorare. È un orgoglio per me avere la responsabilità di rappresentare l'Agricoltura pugliese, il primo settore della nostra economia che tiene insieme una parte di storia che custodiamo e una parte di futuro tutto ancora da scrivere". Roberto Moncalvo, di Coldiretti ha concluso: "Grazie a Emiliano e di Gioia per essere qui, perché intorno al futuro dei giovani si costruisce il futuro della Regione e quello dell'Italia, legato in maniera indissolubile alla sua agricoltura".

E proprio oggi Coldiretti ha reso noti i dati del settore vitivinicolo secondo cui sono cresciute del 6% percento nel 2015 le esportazioni dei vini pugliesi.
"La Puglia ha centrato importanti risultati - ha detto il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – e con i 7,5 milioni di ettolitri e gli 88mila ettari a vigneto si è ritagliata uno spazio importante nel panorama enoico nazionale. Ci sono ancora grandi margini di crescita sia in termini di produzione di qualità che di esportazione di prodotto all'estero. In quest'ottica è necessaria una promozione dell'immagine del sistema vitivinicolo di Puglia sui mercati nazionali ed internazionali, usufruendo delle risorse mezze a disposizione dal PSR".
Ad oggi sono 6 le IGT (Indicazioni Geografiche Tipiche) 'Tarantino', 'Valle d'Itria', 'Salento', 'Murgia', 'Daunia', 'Puglia' e 29 i vini pugliesi DOC (Denominazione di Origine Controllata) che detengono un valore inestimabile, intrinseco alla materia prima ed alla professionalità imprenditoriale, che va salvaguardato a difesa della salute dei consumatori e a caratterizzazione della specificità dei prodotti regionali sul mercato globalizzato.

"Già un anno fa ai giovani viticoltori sono stati assegnati 170 ettari a titolo gratuito gratuitamente dalla Riserva Regionale – ha aggiunto il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - e bisogna continuare lungo il percorso avviato. Restano aperte sia come Paese Italia che come Regione Puglia le questioni legate al rispetto delle regole circa la tutela delle indicazioni geografiche e dei marchi, alla determinazione di un giusto rapporto qualità-prezzo per tutte le fasce di prodotto, alla definizione e conoscenza dei dati produttivi e di mercato, alla migliore utilizzazione dei risultati della ricerca anche per contrastare gli effetti del clima impazzito e alla necessità di promuovere su scala internazionale le produzioni pugliesi in modo meno frammentario ed episodico".
Il vino è un motore economico che in Italia genera nove miliardi di fatturato annuo e impiega più di un milione di persone. Il settore ha portato a casa un grande risultato sul fronte della semplificazione, un testo unico che accorpa tutte le disposizioni che disciplinano la materia del comparto vitivinicolo, prima contenute in svariati testi normativi.

Ed i risultati della scelta di qualità degli imprenditori agricoli pugliesi non hanno tardato a farsi vedere: è aumentata del 33% la produzione DOC e DOCG (Denominazione d'Origine Controllata e Garantita). Si tratta di un dato in controtendenza rispetto all'andamento del comparto nel resto del Mezzogiorno, dove i numeri sono in netto ribasso in Basilicata (-13%), Calabria (-25,5%), Sicilia (-19,7%) e Sardegna (-1,3%). Con i suoi 346.000 ettolitri di vino a denominazione d'origine, la Puglia ha contribuito ad accrescere l'incidenza produttiva dei vini meridionali sul totale nazionale, dominato da sempre dalla produzione del Nord Italia.
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