
Presentazione libri
Progetto lettura
martedì 15 febbraio 2011
Ore 16.45 Ingresso libero
CineTeatro Mangiatordi, via E. Montale
Nell'ambito della 21˚edizione del Progetto Lettura, incontro con Maria Moneti Codignola, autrice di Ipazia Muore.
Poche donne nella storia ebbero la possibilità di distinguersi nelle discipline scientifiche, considerate appannaggio maschile. Molte dovettero pagare questa passione con la vita, quasi fosse una colpa di cui vergognarsi. La più nota, nella tarda antichità, fu senza dubbio Ipazia, scienziata e filosofa, nata ad Alessandria d'Egitto nel 370 d.C., inventrice di strumenti come il planisfero e l'astrolabio. Figlia del matematico Teone, e lei stessa prima matematica della storia, fu la più nota esponente alessandrina della scuola neoplatonica, circondata dal rispetto di allievi giunti da ogni angolo del mondo. Vissuta in un'epoca confusa e intollerante, segnata dallo scontro tra civiltà ellenistica e il protocristianesimo, la fama di Ipazia suscitò l'odio del vescovo Cirillo al punto da fargli tramare la sua uccisione, avvenuta nel 415. Aggredita da un gruppo di monaci fanatici, fu trascinata in una chiesa e uccisa a colpi di conchiglie affilate. Mentre ancora respirava, le cavarono gli occhi come punizione per aver osato studiare il cielo. Dopo averla fatta a pezzi cancellarono ogni traccia di lei bruciandola.
Protagonista di una pagina poco nota della storia - raccontata anche in un film tanto atteso quanto discusso come Agorà di Alejandro Amenabar - Ipazia è oggi considerata la prima martire pagana del fanatismo cristiano. Lo storico Edward Gibbon ha definito il suo assassinio, messo prontamente a tacere, "una macchia indelebile" nella storia del cristianesimo. In questo romanzo l'autrice ricostruisce la vicenda umana della filosofa, con i suoi affetti, la sua sete di conoscenza e il suo bisogno di amore: una donna la cui volontà non diede mai segno di piegarsi a ciò che il destino e la sua epoca le avevano riservato.
Maria Moneti Codignola
E' docente di Filosofia Morale all'Università di Firenze. Ha studiato il socialismo utopistico, il pensiero illuministico, soprattutto francese, e la filosofia tedesca. E' membro di alcuni gruppi internazionali di studio su temi di filosofia morale, utopia e bioetica. Ha pubblicato il saggio Non di solo amore (1990).
Gli incontri si svolgeranno con la proiezione del film Agorà di Alejandro Amenabar. A seguire, dibattito con l'autrice.
Poche donne nella storia ebbero la possibilità di distinguersi nelle discipline scientifiche, considerate appannaggio maschile. Molte dovettero pagare questa passione con la vita, quasi fosse una colpa di cui vergognarsi. La più nota, nella tarda antichità, fu senza dubbio Ipazia, scienziata e filosofa, nata ad Alessandria d'Egitto nel 370 d.C., inventrice di strumenti come il planisfero e l'astrolabio. Figlia del matematico Teone, e lei stessa prima matematica della storia, fu la più nota esponente alessandrina della scuola neoplatonica, circondata dal rispetto di allievi giunti da ogni angolo del mondo. Vissuta in un'epoca confusa e intollerante, segnata dallo scontro tra civiltà ellenistica e il protocristianesimo, la fama di Ipazia suscitò l'odio del vescovo Cirillo al punto da fargli tramare la sua uccisione, avvenuta nel 415. Aggredita da un gruppo di monaci fanatici, fu trascinata in una chiesa e uccisa a colpi di conchiglie affilate. Mentre ancora respirava, le cavarono gli occhi come punizione per aver osato studiare il cielo. Dopo averla fatta a pezzi cancellarono ogni traccia di lei bruciandola.
Protagonista di una pagina poco nota della storia - raccontata anche in un film tanto atteso quanto discusso come Agorà di Alejandro Amenabar - Ipazia è oggi considerata la prima martire pagana del fanatismo cristiano. Lo storico Edward Gibbon ha definito il suo assassinio, messo prontamente a tacere, "una macchia indelebile" nella storia del cristianesimo. In questo romanzo l'autrice ricostruisce la vicenda umana della filosofa, con i suoi affetti, la sua sete di conoscenza e il suo bisogno di amore: una donna la cui volontà non diede mai segno di piegarsi a ciò che il destino e la sua epoca le avevano riservato.
Maria Moneti Codignola
E' docente di Filosofia Morale all'Università di Firenze. Ha studiato il socialismo utopistico, il pensiero illuministico, soprattutto francese, e la filosofia tedesca. E' membro di alcuni gruppi internazionali di studio su temi di filosofia morale, utopia e bioetica. Ha pubblicato il saggio Non di solo amore (1990).
Gli incontri si svolgeranno con la proiezione del film Agorà di Alejandro Amenabar. A seguire, dibattito con l'autrice.