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DanteDì, al Museo nazionale archeologico l'Inferno come il Pulo di Altamura
venerdì 12 marzo 2021 fino a giovedì 18 marzo
Il Pulo di Altamura come l'Inferno dantesco. E' la singolare sovrapposizione realizzata dal Museo archeologico nazionale per il "Dantedì", per il programma dei 700 anni dalla morte del poeta. Un accostamento immaginifico ispirato dalla morfologia della dolina carsica, che discende quasi a forma di imbuto e termina con un inghiottitoio. E così le celebrazioni giornate al sommo poeta diventano un modo per raccontare l'archeologia del territorio murgiano.
Il "Dantedì" ricorre il 25 marzo. Prima e dopo la data del settimo centenario della morte di Dante Alighieri in tutta Italia si terranno eventi e iniziative, con il coordinamento del Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo, e lo stesso avverrà in Puglia a cura della Direzione regionale Musei. Per la ricorrenza, è stato istituito un comitato nazionale per le celebrazioni, presieduto da Carlo Ossola, che ha avuto l'incarico di elaborare un programma nazionale di progetti culturali di ampio respiro quali mostre, concerti, esposizioni, produzioni teatrali e cinematografiche, cicli di incontri e performance.
Al Museo nazionale Altamura si tiene un'iniziativa via "social" dall'11 al 18 marzo. L'iconografia dell'Inferno della "Divina Commedia" ha fatto nascere il progetto dedicato al Pulo che per morfologia carsica si avvicina moltissimo, con l'ampiezza della "bocca" di oltre mezzo chilometro e il suo declinare per circa cento metri, sino alla verticalizzazione dell'inghiottitoio naturale.
Nella dolina carsica altamurana si procede scendendo come per i gironi danteschi. E via via si divulgano i reperti qui trovati nelle grotte. Testimonianze dell'insediamento umano a partire sin dal Paleolitico.
Nelle pareti della dolina carsica si aprono infatti numerose grotte. Sono state vissute dall'uomo sin dal Paleolitico superiore (13.000 a.C.), abitate in epoca neolitica (6.000 anni a.C.), nell'età del Bronzo (1500-1000 a.C.), in epoca preclassica e classica e infine in epoca cristiana con presenze eremitiche. Queste datazioni sono possibili in base ad alcuni ritrovamenti. Di certo l'insediamento umano su questo territorio è ben più remoto, considerando che l'uomo di Lamalunga - località non distante dal Pulo - è un "Homo neanderthalensis" di circa 150.000 anni fa. Numerosi i reperti ritrovati nelle campagne di ricerca al Pulo.
Il "Dantedì" ricorre il 25 marzo. Prima e dopo la data del settimo centenario della morte di Dante Alighieri in tutta Italia si terranno eventi e iniziative, con il coordinamento del Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo, e lo stesso avverrà in Puglia a cura della Direzione regionale Musei. Per la ricorrenza, è stato istituito un comitato nazionale per le celebrazioni, presieduto da Carlo Ossola, che ha avuto l'incarico di elaborare un programma nazionale di progetti culturali di ampio respiro quali mostre, concerti, esposizioni, produzioni teatrali e cinematografiche, cicli di incontri e performance.
Al Museo nazionale Altamura si tiene un'iniziativa via "social" dall'11 al 18 marzo. L'iconografia dell'Inferno della "Divina Commedia" ha fatto nascere il progetto dedicato al Pulo che per morfologia carsica si avvicina moltissimo, con l'ampiezza della "bocca" di oltre mezzo chilometro e il suo declinare per circa cento metri, sino alla verticalizzazione dell'inghiottitoio naturale.
Nella dolina carsica altamurana si procede scendendo come per i gironi danteschi. E via via si divulgano i reperti qui trovati nelle grotte. Testimonianze dell'insediamento umano a partire sin dal Paleolitico.
Nelle pareti della dolina carsica si aprono infatti numerose grotte. Sono state vissute dall'uomo sin dal Paleolitico superiore (13.000 a.C.), abitate in epoca neolitica (6.000 anni a.C.), nell'età del Bronzo (1500-1000 a.C.), in epoca preclassica e classica e infine in epoca cristiana con presenze eremitiche. Queste datazioni sono possibili in base ad alcuni ritrovamenti. Di certo l'insediamento umano su questo territorio è ben più remoto, considerando che l'uomo di Lamalunga - località non distante dal Pulo - è un "Homo neanderthalensis" di circa 150.000 anni fa. Numerosi i reperti ritrovati nelle campagne di ricerca al Pulo.